Diabete Sommerso
Sono diabetica tipo 1 da 3 anni, ne ho 53. Avevo fatto immersioni fino ai 30 anni un po’ in giro senza mai conseguire il brevetto. Ho letto su portale la locandina di “diabete sommerso” e mi sono iscritta.
Il campus diabetici mi ha attratto, io che sono sempre alla ricerca di capirci di più, di creare occasioni per ascoltare e vedere come fanno gli altri diabetici.
Ero la più giovane diabetica, ma la terzultima per età. Quasi tutti ragazzi sui 20 anni, diabetici da almeno dieci anni se non più. Ho accusato una incredibile fatica fisica (metti la muta leva la muta mettiti le bombole smontale rimontale ecc…) tanto da essermi chiesta se fossi nel posto giusto al momento giusto. Il supporto telefonico di Francesco, il mio amato diabetico guida, che mi ha detto: “noi non ci facciamo abbattere mai, ci pieghiamo ma non ci spezziamo mai” mi ha fatto stringere ancora di più i denti e andare avanti.
Abbiamo dovuto variare le basali e i boli, per tenere i renge glicemici di sicurezza; io per essere “facilitata” ho avuto due notti con valori molto alti perché il mio corpo aveva “deciso” che era quello il momento giusto per fare il cambio della basale estate inverno!
Mutare le basali e le dosi in base alla necessità di un’attività fisica è difficile, così tanto che moltissimi diabetici rinunciano a fare particolari attività fisiche; averlo imparato per fare sub è stato e sarà un bagaglio d’oro e riproducibile sempre.
Fisicamente è stata davvero dura, in pista dalla mattina alle 7 alla sera alle 23 con lezioni teoriche, due immersioni al giorno tutti i giorni e un’infinità di controlli glicemici.
Le immersioni infatti vanno effettuare entro un certo renge glicemico “stretto” che ci consente di essere in sicurezza e non temere un ipo in acqua. Il team che ci ha seguito è stato favoloso: gli istruttori, i diabetologi , la dietista e tutto lo staff di volontari, diabetici e non, della onlus “diabete sommerso”, si è dato da fare ogni minuto con un CUORE ENORME per consentirci di poter fare un’attività che è sempre stata considerata vietata per un diabetico.
Ah.. dimenticavo per i diabetici è stato TUTTO GRATIS brevetto istruttori accessori sub soggiorno mangiare … ci hanno chiesto solo un contributo minimo di 150,00 per una settimana; trovare gli sponsor per coprire tutto, al fine di favorirci al massimo, implica un lavoro dietro le quinte difficile, lungo che dura un anno, con tante porte chiuse in faccia che, se non è sostenuto da un grande ideale, non si può fare.
Noi siamo ammattiti per arrivare ad avere la glicemia giusta per immergerci: chi era basso si riempiva di fette biscottate chi era alto si dosava l’insulina, il tutto con il consueto “giramento” che accompagna un valore che non va, ma in mezzo a mille risate e battute, eravamo tutti diabetici e si faceva a gara a urlare i valori e a battere il cinque o a incoraggiarci per arrivare nel renge.
Tutti siamo stati felici di essere arrivati agli insperati 18 metri sotto, in un mare che dire bellissimo è dire davvero poco; felici di aver imparato tantissimo in così poco tempo e con tanta professionalità.
Siamo stati entusiasti di vedere il polpo, i barracuda, le pareti rosse fuoco piene di flora e fauna…. ricordo che quando ci hanno portato in barca, per l’immersione in acque libere, ho cantato tutto il tempo come una pazza per la gioia!
Sono nate nuove e solide amicizie, ci siamo incoraggiati, ci siamo ascoltati abbiamo imparato dalle varie esperienze, dai “trucchi” dell’altro.
Da parte mia ho imparato a mangiare due etti di pasta, ogni sera, io che non ho mai osato superare i 50-60 grammi perché questo richiedeva dosaggi di insulina che non mi piacevano, perché mi sentivo “troppo diabetica”.
Ho finalmente imparato a capire come si fa a vedere il trend glicemico senza sensore, come funzionano sul mio corpo i carboidrati complessi e quando salgono!
Questo “benedetto” metabolismo, che mi fa tanto tribolare, si stava un po` svelando e guardavo dissolversi sotto i miei occhi incertezze titubanze e anche vere e proprie paure.
Il giorno dell’esame scritto eravamo tutti scolari sul banco di scuola e abbiamo dato l’anima per studiare, anche a notte fonda e nei pochissimi momenti di pausa e, nel mezzo ai calcoli per “gestire” cannoli e dolcetti fantastici che ci venivano offerti per supportarci, abbiamo cercato di ricordare tutto di essere preparatissimi perché oltre al manuale open drive noi ci portavamo dietro il diabete.
TUTTI PROMOSSI, tutti brevettati, stanchi sfiniti ma contenti.
Voglio ringraziare tutti: Andrea che ci ha “spaventato a morte” per renderci facile la vita sott’acqua e per non rischiare mai, la dietista che è impazzita a dirci il valore di CHO di ogni pietanza, i medici, i volontari, gli accompagnatori gli altri istruttori, anche la struttura che ci ha ospitato (le cene erano doc!) e la Presidente una donna con grandi risorse; ma sopratutto le mie amate e amati compagne e compagni di corso con cui ho sofferto, sperato, parlato, ascoltato, pianto, riso e mangiato i miei due etti di pasta!
Gemma brevettata Padi nell’ottobre del 2015 a Favignana. EVVIVA!!