Exenatide permette una riduzione ottimale dei livelli glicemici in due casi su tre per pazienti con diabete di tipo II che non hanno raggiunto i livelli target nonostante l’uso di tiazolidinedione (TZD) con o senza metformina. Lo dimostrano i risultati di un nuovo studio annunciati oggi da Eli Lilly and Company e Amylin Pharmaceuticals, Inc. durante la 66a Sessione Scientifica Annuale dell’ADA a Washington, DC.
Il 62% dei partecipanti allo studio cui è stato somministrato exenatide, e che non erano arrivati ai livelli target nonostante l’uso di antidiabetici orali, ha raggiunto un livello di emoglobina A1C pari o inferiore al 7% (meno del 7% rappresenta il livello target per il controllo glicemico proprio secondo le raccomandazioni dell’American Diabetes Association). Nei pazienti trattati con exenatide, si sono osservati miglioramenti in tre misurazioni importanti per il controllo glicemico: glicemia a digiuno, glicemia postprandiale ed A1C, migliorata di circa lo 0,9% rispetto al gruppo di controllo. Il trattamento con exenatide ha avuto, inoltre, l’effetto di ridurre il peso corporeo dei pazienti di 1,5 kg mediamente, mentre per i pazienti trattati con placebo la media è stata solo di 0,2 kg. L’uso di exenatide per il trattamento del diabete di tipo 2 è già stato autorizzato negli Stati Uniti dalla Food and Drug Administration ed è in attesa di autorizzazione per l’immissione in commercio nell’Unione Europea. Nel primo trimestre del 2006, Lilly e Amylin hanno, inoltre, presentato alla FDA una richiesta di approvazione per exenatide come terapia aggiuntiva al trattamento con TZD, con o senza metformina, in pazienti diabetici di tipo 2.
“L’associazione di exenatide con TZD arricchisce le opzioni terapeutiche per il trattamento del diabete di tipo 2, consentendo di eliminare un problema importante legato all’uso del tiazolidinedione: l’aumento di peso”, ha dichiarato Francesco Giorgino, Direttore dell’U.O. di Endocrinologia presso l’Azienda Ospedaliera Policlinico di Bari e professore ordinario di Endocrinologia e Malattie del Metabolismo dell’Università degli Studi di Bari. “Exenatide, inoltre, dimostra di permettere il raggiungimento dei livelli target di emoglobina glicosilata A1C in una ampia quota di pazienti in cui questo non avviene con l’assunzione dei farmaci orali. Anche se exenatide rappresenta una terapia da effettuare mediante iniezioni sottocutanee, si tratta di una terapia che prevede dosaggi fissi senza necessità di continui aggiustamenti e che è praticamente esente da rischi di ipoglicemie; si tratta pertanto, di una opzione terapeutica che è relativamente semplice attuare”.
Risultati chiave Riduzione dell’A1C:
Alla fine dello studio, i pazienti in trattamento con exenatide hanno riportato una riduzione media dell’A1C pari allo 0,8 % dal basale, rispetto ad un aumento pari allo 0,1% osservato nel gruppo di controllo. Tra i pazienti che hanno completato lo studio, il 62% del gruppo trattato con exenatide come terapia di combinazione ha raggiunto un livello di A1C pari o inferiore al 7%, rispetto a circa il 16% del gruppo di controllo.
Misurazioni glicemiche:
I pazienti trattati con exenatide hanno riportato una glicemia media a digiuno, misurata prima di colazione, di 27 mg/dL inferiore rispetto al gruppo di controllo. Sulla base delle misurazioni con monitoraggio glicemico a sette punti, exenatide ha ridotto significativamente le escursioni medie postprandiali, due ore dopo colazione e cena, di 34 mg/dL dal basale. Il monitoraggio glicemico a sette punti nel corso della giornata ha evidenziato una riduzione significativa delle concentrazioni glicemiche medie nei pazienti trattati con exenatide.
Variazioni di peso:
Durante il trattamento, i pazienti del gruppo di exenatide hanno riportato una riduzione ponderale media pari a 1,5 kg, rispetto ad una riduzione media di 0,2 kg per il braccio di controllo. Ipoglicemia:
I tassi di ipoglicemia lieve e moderata sono risultati simili per i due trattamenti con exenatide e con placebo. Non sono stati riportati casi di ipoglicemia severa. Altri eventi avversi:
L’evento avverso più comune è stato nausea da lieve a moderata, riportata da circa il 40% dei pazienti nel gruppo di exenatide, rispetto al 15% nel gruppo trattato con placebo. Disegno/protocollo dello studio Hanno partecipato a questo studio randomizzato, parallelo, controllato con placebo, in doppio cieco, della durata di 16 settimane, 233 pazienti con un valore elevato di A1C, nonostante la terapia antidiabetica orale,. Lo studio mirava a determinare se exenatide potesse essere utilizzato efficacemente e con sicurezza come terapia aggiuntiva ad un TZD (~20%) o ad un TZD più metformina (~80%), per i pazienti con diabete di tipo 2. I partecipanti allo studio sono stati randomizzati ad uno dei due trattamenti: al primo gruppo è stata somministrata una dose fissa di exenatide (5 mcg due volte al giorno per le prime quattro settimane e 10 mcg due volte al giorno per il resto dello studio) in associazione ad un TZD, con o senza metformina; al secondo gruppo è stato somministrato placebo con un TZD, con o senza metformina. L’A1C media al basale era pari al 7,9%.
Exenatide Exenatide è il primo di una nuova classe di farmaci per il trattamento del diabete di tipo 2 chiamati incretino-mimetici e ha dimostrato di avere molti effetti analoghi all’ormone umano incretina GLP-1 (glucagon-like peptide-1). Il GLP-1, secreto in risposta all’assunzione di cibo, ha molteplici effetti sull’intestino, il fegato, il pancreas e il cervello, i quali agiscono di concerto per regolare la glicemia.
Gli incretino-mimetici Gli incretino-mimetici rappresentano una particolare classe di trattamento nella lotta contro il diabete. Un incretino-mimetico agisce in modo da mimare l’azione antidiabetica o ipoglicemizzante di ormoni naturalmente presenti nell’uomo, detti incretine. Tale azione viene esercitata stimolando la capacità dell’organismo di produrre insulina in risposta ad elevati livelli di glicemia, inibendo il rilascio dopo i pasti di un ormone detto glucagone, rallentando l’assorbimento e l’entrata in circolo dei nutrienti, e riducendo l’assunzione di cibo. Exenatide è il primo incretino-mimetico approvato dalla FDA.
Il diabete Il diabete colpisce circa 194 milioni di adulti nel mondo e circa 48,4 milioni in Europa. In Italia è ne affetto il 5% della popolazione, quasi 3 milioni di persone. Attorno al 90-95% di questi soffre di diabete di tipo 2, una patologia per cui le cellule pancreatiche beta non rispondono adeguatamente alla domanda crescente di insulina. Il diabete di tipo 2 si presenta generalmente negli adulti di età superiore ai 40 anni, ma sta diventando sempre più comune tra i più giovani. In tutte le società sviluppate, il diabete rappresenta una delle principali cause di cecità, insufficienza renale ed amputazione degli arti inferiori, ma anche di mortalità attraverso gli effetti associati alle malattie cardiovascolari (il 70-80% dei diabetici muore di malattie cardiovascolari). Si stima che i costi relativi alle cure del diabete in Europa siano pari a 42,8 milioni di dollari all’anno.
Lilly e Amylin Grazie ad un impegno a lungo termine consacrato alla cura del diabete, Lilly fornisce ai pazienti trattamenti innovativi che consentono loro di vivere più a lungo, in maniera più sana e più pienamente la vita. Fin dal 1923, Lilly è leader di settore, offrendo terapie rivoluzionarie per aiutare gli operatori sanitari a migliorare la vita dei pazienti diabetici, e la ricerca continua per la scoperta di medicinali innovativi che rispondano alle esigenze insoddisfatte dei pazienti. Lilly, azienda leader dedita all’innovazione, sta sviluppando un portafoglio crescente di prodotti farmaceutici first-in-class e best-in-class grazie all’applicazione delle ultime ricerche dei suoi laboratori internazionali e alla collaborazione con eminenti organizzazioni scientifiche. Con sede ad Indianapolis, USA, Lilly offre risposte, sotto forma di farmaci e informazioni, ad alcune tra le più urgenti esigenze mediche mondiali. Amylin Pharmaceuticals è un’azienda biofarmaceutica dedita al miglioramento della vita attraverso la scoperta, lo sviluppo e la commercializzazione di medicinali innovativi.
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