Diabete tipo 2. Se ansiosi e depressi, i pazienti “saltano” le terapie
(Reuters Health) – Ansia e depressione associati al diabete di tipo 2 non favoriscono l’aderenza alle terapie. A dirlo uno studio statunitense che dimostra come i pazienti più depressi siano anche quelli che non prendono le medicine prescritte. I ricercatori suggeriscono una valutazione anche di questo disagio al momento della diagnosi di diabete
Le persone che sono affette da diabete di tipo 2 e in più accusano ansia e sintomi depressivi, hanno maggiori probabilità di altri individui di saltare i farmaci per curare la malattia diabetica. È quanto emerge da un recente studio statunitense. “Dovrebbe essere quasi scontato che la depressione ostacoli il compito, già molto difficile di per se, di autogestione del diabete – ha detto l’autore principale dello studio, Jeffrey S. Gonzalez, della Yeshiva University di New York – Tuttavia i dati disponibili a questo proposito non sono del tutto chiari, anche se è ovvio che trattare la depressione possa essere necessario, sebbene sia improbabile che riesca a migliorare l’aderenza al trattamento e l’autogestione della malattia. Il disagio legato al diabete riflette la reazione emotiva e psicologica per il carico e lo stress associati a questa patologia e alla sua gestione”. Naturalmente sintomi fisici della depressione, come insonnia, inappetenza,ridotto consumo energetico, possono sovrapporsi ai sintomi diabetici e agli effetti collaterali legati ai farmaci.
Lo studio
I ricercatori, per capire la correlazione tra diabete, depressione e ansia e mancanza di aderenza alle terapie, hanno studiato 104 uomini e donne con diabete di tipo 2. Poco più del 46% presentava ansia clinicamente significativa e il 21% accusava alcuni disturbi depressivi, ma solo 5 avevano un disturbo depressivo maggiore. Nei tre mesi successivi i ricercatori hanno monitorato l’uso dei farmaci nei partecipanti con un device elettronico e domande strutturate. Le persone molto depresse sono risultate quelle meno aderenti alla terapia farmacologica. Inoltre, questi pazienti non percepiscono come un comportamento pericoloso saltare le terapie per curare il diabete, l’ipertensione o il colesterolo. “Questo perché, in generale, le conseguenze di una mancata aderenza si fanno sentire sul lungo termine con complicazioni che derivano da un cattivo controllo degli zuccheri nel sangue e dagli elevati livelli di pressione arteriosa che portano a danni ai reni, agli arti inferiori, ai nervi o ad eventi cardiovascolari come l’ictus”, ha spiegato Frank J. Snoek del VU University Medical Center di Amsterdam, non coinvolto nello studio.
Sintomi predittivi
Dallo studio emerge anche come i disturbi come l’insonnia e la stanchezza durante il giorno siano fattori predittivi riguardo all’aderenza terapeutica. La relazione tra diabete e depressione è causale, i disturbi depressivi portano infatti a uno scarso controllo del diabete e a non prendere i farmaci, creando ulteriore ansia e depressione oltre al peggioramento della malattia. “Convivere con il diabete e gestirlo è un peso per i pazienti al punto che lo stress può portare a depressione – ha sottolineato Gonzalez – Il momento della diagnosi è quello buono per valutare la sofferenza del paziente e le risorse di cui dispone per affrontare tutto questo anche se, purtroppo, i diabetologi spesso non sono attenti agli aspetti psicologici, che non rientrano nella cura del diabete”. Un modo per stimolare l’aderenza nel paziente è quello di associare le medicine ad alcuni momenti della giornata, a certi rituali o appuntamenti fissi, come il caffè del mattino.
Fonte: Diabetes Care 2016
Kathryn Doyle