Diabetici contro gara Consip
La Federazione nazionale diabete giovanile (Fdg) ha impugnato davanti al Tar la gara Consip – Società per azioni del ministero dell’Economia e delle finanze sui presidi per l’autocontrollo della glicemia. Dopo la riunione in Camera di consiglio lo scorso 17 ottobre, in cui si è deciso di notificare il ricorso alle aziende farmaceutiche che hanno aderito alla gara, si attende la prossima, in programma il 19 dicembre.
“Pensiamo che andrà bene – afferma Antonio Cabras, presidente Fdg, oggi a Roma a margine della premiazione di un concorso letterario indetto dalla Federazione – Siamo molto fiduciosi perché si tratta di una materia molto delicata e importante. La cosa che ci dispiace è che il ministero della Salute non si è pronunciato. Abbiamo anche chiesto un incontro, ma il ministero non ha risposto”.
Il bando di gara nel mirino, indetto dalla Consip a livello nazionale per la fornitura e la distribuzione dei presidi per l’autocontrollo della glicemia, con criteri di aggiudicazione qualitativa per il 30% ed economica per il 70%, non tiene conto, denuncia la Fdg, né del paziente né del medico.
“La scelta del ministero dell’Economia e delle finanze – spiega Cabras – ci riporta indietro di 40 anni, quando la prescrizione medica non si poteva mettere in discussione e doveva essere accettata dal paziente. In realtà in tutti questi anni il diabetico ha fatto enormi passi in avanti in termini di qualità di vita grazie soprattutto a una maggiore educazione all’autocontrollo. Con la gara d’appalto di fatto si limitano gli evidenti vantaggi del coinvolgimento del paziente al suo trattamento. Oggi è impensabile l’acquisto diretto e in blocco attraverso una gara unica dell’intera quantità di dispositivi e ausili tecnici, perché questi non consentono al diabetico e al medico la possibilità di individuare il prodotto più congeniale al trattamento. Insomma, è evidente che i giovani in età scolare, i bambini in tenera età, gli anziani ole donne i gravidanza non possono utilizzare gli stessi presidi, ma hanno necessità diverse. La vera soluzione sarebbe stata quella di indicare un prezzo massimo e lasciare al paziente la libertà di scelta”. Anche l’esigenza di contrarre in questo modo i costi a carico del servizio sanitario viene infatti contestata dalle associazioni, che sottolineano invece la necessità di recuperare le risorse partendo da una analisi sui differenziali di prezzo nelle diverse regioni, ingiustificati nell’ambito delle stesse forniture.
di Sabrina Valletta