Disturbi del comportamento alimentare legati all’autogestione
Studi condotti su adolescenti affetti da diabete di tipo 1 hanno rivelato che il 30% delle ragazze e il 10% dei ragazzi manifestano dei disturbi del comportamento alimentare. Il 20-40% dei giovani con diabete di tipo 1 riduce o sospende la somministrazione d’insulina per regolare il proprio peso corporeo.
Koen Luyckx e colleghi, dell’Università di Leuven, in Belgio e dell’University of the Free States, a Bloemfontein, in Sud Africa, hanno intervistato 300 giovani di età compresa tra i 16 e i 28 anni con diabete di tipo 1 ad intervalli di un anno. Hanno valutato la presenza di disturbi del compotamento alimentare e un’eventuale associazione con l’autogestione, il controllo glicemico e l’insorgenza di sintomi depressivi.
Lo studio
I ricercatori hanno separato questi individui in quattro gruppi in base al punteggio ottenuto dal questionario Diabetes Eating Problem Survey.
Il gruppo di pazienti con un basso livello di disturbi alimentari era costituito dal 65,7% dei soggetti, il secondo gruppo era costituito da persone con disturbi alimentari crescenti (8%), il terzo da soggetti con disturbi del comportamento alimentari decrescenti (il 7,3%), il quarto da coloro che presentavano disturbi del comportamento alimentare persistenti (il 19% dei partecipanti allo studio).
I disturbi non erano correlati né all’età né alla durata della malattia, ma i soggetti con un indice di massa corporea (BMI) più alto presentavano un maggior rischio di sviluppare disturbi del comportamento alimentare.
Nel primo gruppo c’erano un po’ più di partecipanti maschi, negli ultimi due (disturbi alimentari persistenti o in aumento), erano prevalenti le ragazze . I soggetti che presentano un basso livello di disturbi del comportamento alimentare hanno ottenuto un punteggio più basso in termini di disagio rispetto al diabete e sintomi depressivi e concentrazione della emoglobina glicata A1c e hanno mostrato una migliore autogestione della malattia.
Il gruppo di pazienti con disturbi del comportamento alimentare persistente, invece, era quello che presentava punteggi meno adattivi. Gli altri due gruppi (disturbi del comportamento alimentare in aumento o in diminuzione) hanno ottenuto risultati intermedi.
I pazienti con disturbi alimentari in crescita hanno riportato nel tempo una diminuzione dell’autogestione, al contrario i soggetti con disturbi del comportamento alimentare in diminuzione hanno mostrato nel tempo un miglioramento nell’autogestione.
“Se non si interviene, i disturbi del comportamento alimentare e una scorretta gestione della terapia con l’insulina possono peggiorare e dar luogo, con il tempo, a complicazioni sostanziali, dato che sono potenzialmente correlate a valori di HbA1c più elevati”, concludono i ricercatori. “La gestione del diabete nei giovani che manifestano disturbi del comportamento alimentare può migliorare solo trattando in modo appropriato questi disturbi”.
Fonte: Diabetes Care 2019
Reuters Staff
(Versione italiana per Quotidiano Sanità/Popular Science)