Dopo i 40 anni e’ bene misurare spesso la glicemia
Avete passato la soglia dei 40 anni? Ecco una regola d’oro per prevenire e scoprire subito di avere il diabete, patologia asintomatica che in un caso su tre il malato non sa di avere: misurare periodicamente la propria glicemia, un consiglio per tutti ma un ‘must’ per chi e’ in sovrappeso o ha parenti diabetici. L’esortazione a controllarsi periodicamente e’ dei diabetologi oggi riuniti al Convegno organizzato dall’Associazione Medici Diabetologi (AMD) presso l’Istituto Superiore di Sanita’, un incontro per promuovere la prevenzione, con l’iniziativa ‘Giornata Senza Ruote’ per allontanarsi dai rischi del diabete con le proprie gambe. In Italia sono oltre 2 milioni i soggetti affetti dal diabete. Il diabete adulto (o di tipo 2 o insulino-resistente) e’ asintomatico, spiega Meloncelli, infatti solo i due terzi dei malati sanno di avere la malattia, per i restanti invece il diabete puo’ agire indisturbato anche per anni prima di manifestarsi, e quando lo fa, con complicanze cardiovascolari, e’ gia’ troppo tardi. Ne’ va meglio per coloro che sanno di essere diabetici, aggiunge Meloncelli, infatti meno della meta’ dei pazienti (il 47%) ha la glicemia sotto controllo secondo l’optimum del 7% di ”emoglobina glicata”, misura che da’ una di stima della glicemia degli ultimi mesi. Cosa fare quindi per prevenire la malattia o le sue complicanze quando ormai il diabete e’ gia’ arrivato? Regola numero uno, controllo periodico della glicemia dopo i 40 anni, soprattutto se obesi o con rischio familiare di diabete; poi, per diabetici e non, valgono i consigli di sempre: alimentazione bilanciata e senza eccessi, controllando qualita’ e quantita’ dei cibi e no alla sedentarieta’. Per questo, dichiara Arcangeli, ”lanciamo la Giornata Senza Ruote per spingere la popolazione a riappropriarsi di quella pratica salutare che e’ il camminare”. Infine un ultimo consiglio per chi e’ gia’ malato: controllare i picchi glicemici post-pasti ed intervenire da subito sul controllo del diabete , concludono Meloncelli e Arcangeli, perche’ il corpo conserva la memoria dei ‘mali’ subiti e sia i picchi glicemici sia un diabete trascurato a lungo imprimono una ‘memoria metabolica’ indelebile che accelera la comparsa di complicanze.
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(ANSA) 29 settembre 2006 |