E dopo il trapianto di isole… è vero che…?
D:
GENTILE DOTT.SSA PAOLA MAFFI
Mi chiamo M. G. ho 59 anni e sono diabetico (tipo 1) dal 1992.
Vorrei che Lei mi illuminasse sulla situazione attuale relativa al trapianto di cellule pancreatiche e specificatamente gradirei sapere se:
-è vero che dopo un trapianto si debbono assumere medicinali antirigetto per tutta la vita?
-è vero che i medicinali antirigetto possono aumentare la possibilità disviluppore tumori?
Gradirei inoltre sapere a che punto è la sperimentazione del “pancreas artificiale” del quale mi parlò più di un anno fa, esattamente in novembre 2005, il Prof. Emanuele Bosi con il quale avevo avuto un incontro. Tra l’altro dopo il suddetto incontro fui contattato da un Suo collaboratore per provare uno strumento automatico di iniezione di Insulina ma poi non ho saputo più nulla.
La ringrazio per il tempo che vorrà dedicarmi, mi scuso per eventuali inesattezze tecniche ma non sono medico e in attesa di Sue gradite notizie porgo distinti saluti.
M. G.
R:
Buongiorno M.,
le risposte alle sue domande sono:
1) è vero che dopo il trapianto di isole di Langerhans bisogna assumere i farmaci antirigetto per tutta la vita, più precisamente finchè il trapianto funziona (si spera tutta la vita). Sono allo studio, ma si tratta di protocolli sperimentali, degli schemi di terapia che siano in grado di indurre tolleranza al trapianto e che consentano quindi, ad un certo punto, di sospendere i farmaci antirigetto. Sottolineo che questa possibilità esiste, ma al momento attuale non rappresenta la terapia standard ma solo una terapia sperimentale.
2) è vero che i farmaci antirigettto possono aumentare la probalilità di sviluppare tumori, in particolare quelli la cui concausa è la perdita di sorveglianza da parte del sistema immunitario (ad esempi i linfomi e le leucemie correlati a virus; alcuni tumori della pelle; nelle donne, alcuni tumori dell’ utero correlati a virus). Gli studi epidemiologici che hanno dimostrato questo sono però relativi a casistiche di trapianto d’ organo solido (rene, cuore, fegato) che iniziano negli anni settanta, quando le terapie immunosoppressive erano diverse, più tossiche. Per quanto riguarda il trapianto di isole non esistono casistiche così numerose e di così lungo follow-up: i dati che esistono a tuttoggi non evidenziano alcun caso di tumore nei pazienti che hanno ricevuto questo tipo di trapianto.
3) per quanto riguarda il pancreas artificiale non credo che ci siano novità importanti rispetto ad un anno fa.
Per il contatto con i collaboratori del Prof Bosi ci penso io a girare questa mail. Le risponderanno e se Lei vorrà potrà rivolgersi all’ ambulatorio di diabetologia del nostro istituto per ulteriori informazioni e assistenza.
I miei più cordiali saluti
Dr Paola Maffi
Responsabile Unità Funzionale
Progetto di Ricerca Strategica Trapianti – H San Raffaele
Via Olgettina 60 – 20132 Milano