E se fosse un’altra diagnosi mancata?

La notizia della morte di Alessandro Farina, 13 anni, è piombata sulla comunità diabetica intenta a festeggiare il Natale e alle prese con i soliti conti e valori glicemici, come una bomba.
È deflagrata e a stento riusciamo a riprenderci dallo sconcerto. Non riusciamo a credere che sia possibile che sia successo ancora. Che succeda ancora nel 2017.

È vero, non conosciamo ancora l’esito dell’autopsia, ma tutto farebbe supporre di essere in presenza di un nuovo “caso Plinio”, purtroppo conclusosi in modo persino più tragico.

Al momento quindi non sappiamo con certezza se Alessandro sia morto per un diabete non diagnosticato.

Ma sappiamo che presentava sintomi evidenti di diabete.

E nonostante ciò (da quello che racconta la madre) non gli sarebbe stata misurata la glicemia al momento del primo ingresso in PS.

Come recita l’ormai noto (pare però non a tutti!) motto di un famoso medico, Oman Craig, che nel 1977 lo espresse la prima volta “il diabete di tipo 1 è una diagnosi facile, se la si ha in mente”, e ripreso poi da Iacopo Ortolani, sarebbe bastato “avere in mente il diabete” per escludere questa possibilità.

 

Ripeto: al momento non abbiamo la certezza che Alessandro sia morto a causa di una mancata diagnosi, ma tutti gli elementi in nostro possesso lo fanno presumere.

Cosa possiamo fare?

Sicuramente condividere con tutti questa notizia. Sicuramente spiegare a tutti che il diabete di tipo 1 ha dei sintomi precisi:

–       poliuria (tanta pipí)

–       polidipsia (tanta sete)

–       astenia (stanchezza)

–       perdita di peso inspiegabile

–       secchezza cutanea (pelle secca)

–       alito fruttato

E che normalmente colpisce persone che non hanno parenti con il diabete.

In caso si sintomi simili rivolgersi IMMEDIATAMENTE al proprio pediatra o ad un PS e INSISTERE perché venga prescritto un prelievo venoso per accertare il valore della glicemia (i pediatri di base dovrebbero avere comunque un glucometro e lo stick per le urine in studio).

Nel novembre 2015 la SIEDP aveva lanciato una campagna di sensibilizzazione sul diabete infantile e sulla chetoacidosi

 

 

Restiamo in attesa dell’esito dell’esame autoptico.

Se, come purtroppo temiamo, la causa della morte verrà confermata, credo che dovremo far sentire tutti, forte, la nostra voce.
Perché nonostante l’impegno della SIEDP, nonostante l’impegno di Iacopo Ortolani, con la sua “Weloveinsulina”, purtroppo, il suo grido di dolore “Mai più a nessuno” pare non sia ancora arrivato a chi di dovere.

 

Credo dovremo gridare più forte, e solo tutti insieme potremo farlo.

 

 

 

Daniela D’Onofrio