Editoriale (Guido Pozza)
Il diabete mellito è una sindrome caratterizzata da un’alterazione evidente del metabolismo dei carboidrati a cui si accompagnano alterazioni degli altri principali metabolismi intermedi.
La manifestazione clinica più precoce ed evidente della sindrome è costituita da un aumento della glicemia, accompagnata da poliuria e polipsia. I criteri diagnostici, così come le caratteristiche dei principali tipi di diabete, sono illustrati nei capitoli successivi. Nonostante la differenza dei momenti eziopatogenetici che portano al manifestarsi del quadro clinico, la storia naturale della sindrome si manifesta sostanzialmente uniforme soprattutto per quanto riguarda le complicanze croniche.
Essendo la sindrome diabetica legata ad un’insufficiente azione ormonale, quella dell’insulina, a seguito di una sua carente secrezione (insulinopenia) o una sua diminuita attività a livello periferico (insulino-resistenza), il diabete – a differenza di altre sindromi endocrine legate a deficiente attività ormonale – si caratterizza in quanto la terapia insulinica sostitutiva non riesce molto spesso a riportare l’equilibrio metabolico alle condizioni ottimali, come dimostrato dal fatto che i valori di Emoglobina glicosilata – il più attendibile marker di controllo metabolico – molto raramente si posizionano in valori di normalità.
Questo fa quindi presumere che l’iperglicemia cronica, anche se modesta, è il principale momento eziopatogenico per lo sviluppo delle complicanze del diabete, siano esse specifiche della malattia, come retinopatia, nefropatia e neuropatia, o non specifiche, come l’aterosclerosi soprattutto cerebrocardiovascolare, e periferica specie a carico degli arti inferiori. In logica conseguenza di questa ipotesi l’impegno fondamentale del diabetologo e del medico di medicina generale che con lui collabora nel trattamento di questi pazienti è volto a mantenere i valori glicemici il più possibile vicini ai valori normali, oltre naturalmente intervenire a correggere gli altri fattori di rischio associati.
La sindrome diabetica è in progressivo continuo aumento. E’ in aumento il diabete di tipo 1 per cause che al momento sfuggono alla nostra conoscenza.
E’ in aumento il diabete di tipo 2 per una serie di motivi legati all’allungamento della vita media, alla sedentarietà ed al diffondersi dell’obesità, fattore di rischio assai importante per il manifestarsi della sindrome in soggetti geneticamente predisposti.
Diabete e obesità sono considerati l’epidemia del millennio appena iniziato e l’obesità infantile, in continuo aumento, ha portato alla comparsa di diabete di tipo 2 anche in giovani adolescenti. Il diabete, riconosciuto come malattia sociale, rappresenta un notevole costo per la Sanità in tutto il mondo.
Ciò è dovuto in parte ai momenti diagnostici e terapeutici della sindrome, ma molto di più alle complicanze della malattia. Ne consegue un forte impegno, da parte del Servizio Sanitario Nazionale nel suo insieme, per un intenso intervento di prevenzione della malattia e delle sua sequele. Sono oggi a disposizione della classe medica numerosi strumenti utili a questo fine.
Le sempre maggiori informazioni sull’eziopatogenesi, i diversi tipi di insulina, le diverse classi di ipoglicemizzanti orali con meccanismi di azione diversi ma spesso complementari tra loro, il perfezionamento delle tecnologie per il controllo della malattia, permettono di essere ottimisti sulle possibilità di contenimento dei problemi legati all’epidemia sopra citata.