Finchè non capita a te

Finché non capita a te non capisci cosa voglia dire combattere ogni momento per star bene, ogni ora, ogni giorno, per sempre: sostituire un organo vitale del tuo corpo che non funziona più. 
Finché non capita a te non pensi alla tua vita come ad una serie di azioni che provocano una reazione nel tuo corpo, reazione che può essere fatale. 
Finché non capita a te non sperimenti quanto il tuo corpo sia complesso e la tua sopravvivenza un magnifico miracolo di equilibri. 
Finché non capita a te non apprezzi quanto la tua fragilità possa darti la forza e la capacità di accettare e prendere ogni giorno come una conquista. 
Finché non capita a te non lo puoi davvero capire come una malattia cronica ti sconvolga la vita e ti inviti con un obbligo categorico a ricostruirla in maniera differente. 
Finché non capita a te non sai quanto questa ricostruzione, nella continua ricerca di un equilibrio quotidiano, può durare. 

Due anni fa grazie al lavoro e alla passione di alcune persone di Portale abbiamo creato questo. Come testimonianza della necessità di fare informazione chiara sul diabete e in particolare sul diabete di tipo 1, che colpisce soprattutto bambini e ragazzi, che non si può prevenire e non si può guarire. 
Una malattia autoimmune che fino a cento anni fa portava alla morte in poco tempo. Oggi si gestisce grazie all’insulina. Un diabetico di tipo 1 fa all’incirca 1.500 punture l’anno di insulina e si buca le dita delle mani altre 3000 volte circa l’anno. Lo fa e lo dovrà fare ogni anno. Finché vivrà, perché il diabete di tipo 1 (a contrario del tipo 2 che è di origine alimentare e si può nel 75% dei casi prevenire e curare), non si cura. 
Le punture sono però l’aspetto più semplice della malattia, che è l’unica in cui il malato decide e gestisce da solo la terapia di un farmaco che se non correttamente dosato può essere mortale. 
Un diabetico di tipo 1 ha una parte del cervello costantemente impegnata a fare il pancreas perché i dosaggi dell’insulina non entrano in gioco solo quando mangiamo, ma costantemente, visto che l’insulina è l’ormone vitale che ci permette di fare tutto quello che facciamo ogni giorno, anche dormire. 
Troppa insulina vuol dire coma, poca insulina vuol dire coma, l’insulina controlla la glicemia. Glicemia fuori range per troppo tempo vuol dire complicanze brutte, degenerative o mortali. 
Azzeccare le dosi giuste è una gimcana continua e una costante ipoteca sul futuro. 

Si fa, lo fanno migliaia di malati che vivono magnifiche vite di forza, gioia e speranza. 

Speranza che la ricerca trovi una cura definitiva.

LUNEDÌ È LA GIORNATA MONDIALE DEL DIABETE. NATA PER FAR CONOSCERE QUESTA MALATTIA A CHI NON NE SA NULLA, SOPRATTUTTO DEL TIPO 1. 
Serve informare, far capire che per noi non c’è prevenzione ne guarigione, che servono soldi per la ricerca di una cura. Serve conoscenza della malattia e possibilmente comprensione delle difficoltà personali e sociali, in tutti gli ambiti, che si accompagnano al diabete di tipo 1. Perché è vero che i nostri bambini sono degli eroi, ma è certo che invece che fare gli eroi farebbero più volentieri i bambini e basta. SE NON LO AVETE ANCORA FATTO E NE AVETE VOGLIA CAMBIATE LA VOSTRA IMMAGINE DI COPERTINA E SPIEGATE SUL VOSTRO PROFILO COSA SIA IL DIABETE DI TIPO 1. #weneedacure

Finché non capita a te non capisci cosa voglia dire combattere ogni momento per star bene, ogni ora,…

 

 

 

Di Francesca Ulivi