Governo dia subito attuazione alle linee guida per la somministrazione dei farmaci a scuola. Lavorare su informazione e prevenzione
Ottantuno firme bipartisan per la mozione presentata in Senato alla vigilia della Giornata mondiale della salute, quest’anno dedicata al diabete, una patologia che investe oltre tre milioni di persone in Italia, assume proporzioni preoccupanti nei bambini e che, se non affrontata adeguatamente e in maniera tempestiva, promette ancora numeri da capogiro, anche in termini di costi, oltre che di salute.Il documento – a prima firma del sen. Luigi D’Ambrosio Lettieri (CoR), seguita da quella della senatrice Pd, Manuela Granaiola – impegna in particolare il Governo a “valutare, promuovere e sostenere ogni iniziativa utile a una appropriata gestione del diabete a scuola, garantendo la continuità terapeutica in orario scolastico e la somministrazione dei farmaci; procedere quanto prima all’assunzione dell’atto definitivo delle linee guida per la somministrazione dei farmaci a scuola stilate dal Comitato paritetico nazionale per le malattie croniche e la somministrazione dei farmaci, in modo che possano essere recepite e attuate dalle stesse in via definitiva da tutte le regioni; consentire, come previsto dall’articolo 4 del decreto direttoriale n. 14 dell’11 settembre 2012, che il Comitato paritetico nazionale vigili sull’attuazione del documento di indirizzo da parte delle regioni e sul successivo monitoraggio finalizzato alla valutazione dei risultati ottenuti e delle eventuali criticità emerse”.
Complessa la situazione nel panorama scolastico nazionale. La richiesta di somministrazione di farmaci interessa un numero rilevante di scuole: nell’anno scolastico 2013/14 sono state 2.911 le scuole primarie e secondarie di primo grado (15% del totale delle scuole) che hanno ricevuto almeno una richiesta di somministrazione di farmaci per continuità terapeutica, per un ammontare complessivo di ben 5.816 richieste, con un incremento del 10% rispetto all’anno scolastico precedente. Nelle scuole primarie la richiesta di somministrazione di farmaci è risultata pari al 71% delle richieste complessivamente pervenute con una differenziazione sensibile tra le regioni del Centro-Nord e quelle meridionali: in particolare sono stati registrati valori superiori al 20% in Emilia Romagna e Lombardia e valori inferiori al 4% in alcune regioni del Mezzogiorno.
“C’è un serio problema di formazione e informazione per incidere sulla prevenzione”, commenta il sen. d’Ambrosio Lettieri, che insieme all’on. Becattini presiede l’Intergruppo parlamentare <Qualità della vita e Diabete>, “In Italia il diabete è la quarta causa di morte, la prima causa di cecità legale, la causa principale di insufficienza renale terminale e di amputazione degli arti inferiori. Inoltre, il diabete aumenta da due a quattro volte il rischio di eventi cardiovascolari ed è correlato alla obesità. Quella infantile in primis. A questo si aggiunga il fatto che nel nostro Paese si stima che circa un milione di persone non sanno ancora di esserne affetti. La diagnosi precoce in questi soggetti inconsapevoli consentirebbe l’intervento in tempo utile su stile di vita e farmaci più adeguati, contenendo lo sviluppo delle complicanze e producendo vantaggi enormi sia sul piano della salute che della sostenibilità”.
Sulla stessa lunghezza d’onda la senatrice Granaiola. “I costi sociali di questa patologia invalidante, che può portare alla morte, non sono mai stati così alti”, afferma, “e lo stesso può dirsi per i costi economici per il trattamento del diabete, stimati, lo scorso anno, in 9,11 miliardi di euro, vale a dire l’8% dell’intero budget sanitario nazionale. Il richiamo da parte dell’Oms, dell’Associazione Medici Diabetologi (AMD) e della Federazione Internazionale del Diabete Regione Europa (IDF Europa), alle comunità nazionali ed europee sull’urgenza di mettere in campo misure strategiche, da assumere a livello politico, è oltremodo condivisibile. Pochi ancora sanno che in realtà è possibile prevenire la maggior parte dei nuovi casi di diabete di tipo 2 e la ricerca dimostra che gli interventi in materia di prevenzione sono anche economicamente efficienti”.
“Il contributo del Parlamento, quindi”, concludono i senatori, “è imprescindibile per porre il problema del diabete al centro dell’agenda politica del Paese, e così dar vita alle misure indispensabili per fornire a tutti i cittadini un’informazione più approfondita sul diabete, sulla sua gestione, sul suo trattamento e soprattutto sulle concrete possibilità di prevenirlo efficacemente”.