Grassi e insulina: le relazioni pericolose
PRIMA era considerata un testimone ininfluente. Poi un complice indispensabile. Infine in anni recenti un fattore di per sé responsabile. Oggi l’obesità è ritenuta univocamente un fattore di rischio primario nello sviluppo del diabete di tipo 2, non insulino-dipendente. L’obesità, specie nella forma viscerale, si associa ad una minore risposta dei tessuti, detti insulino-sensibili che proprio per questo la utilizzano (fegato, tessuto muscolare e tessuto adiposo), all’insulina prodotta dalle beta cellula pancreatiche. Sull’origine dell’obesità incidono sia la predisposizione genetica che fattori ambientali che socioeconomici. L’obesità androide o centrale, in cui il grasso è localizzato prevalentemente a livello viscero-addominale, è infatti associata alla maggior parte delle complicanze metaboliche. Al contrario dell’obesità ginoide o periferica in cui l’adipe si localizza a livello gluteo-femorale. Secondo, esiste una stretta relazione tra obesità centrale e diabete di tipo 2, tra l’altro i soggetti con questa obesità presentano una spiccata iperinsulinemia con ridotta sensibilità all’azione dell’insulina stessa. Terzo, l’accumulo intra-addominale di grasso aumenta col passare degli anni, con l’aumento del peso e con le fluttuazioni cicliche del peso corporeo. “A tutto ciò si aggiunge un altro fondamentale meccanismo che abbiamo scoperto di recente, un difetto che spiega tutti gli altri fattori di rischio associati all’obesità” dice Michele Carruba, direttore del Centro studi e ricerche sull’obesità dell’Università di Milano, “nell’obeso i mitocondri, le centraline dell’energia del nostro organismo, sono alterati. Il loro numero e la funzionalità sono ridotti. Non solo si forma poca energia da glucosio e acidi grassi ma anche la concentrazione di ossido nitrico che stimola la mitocondriogenesi scarseggia a causa dei fattori pro-infiammatori (Tnalfa) prodotti dalle cellule adipose che continuano a moltiplicarsi”. Uno degli aspetti più inquietanti concerne la fluttuazione del peso (i “cyclers”). Insomma cos’è la vita senza un po’ di calorie…?
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di Mariapaola Salmi da Repubblica.it, Supplemento Salute 20 marzo 2008 |