Grazie per il trapianto!

D:

Stimatissimo Professor Boggi,
 
mi è capitato di trovare questo indirizzo mail che può essere rivolto a Lei, mentre cercavo di avere risposta ad alcune domande in relazione alla mia situazione di trapiantata. Ecco allora che  posso realizzare quanto avevo in animo di fare fin da quel 19 marzo 2007 in cui sono uscita dalla sala operatoria del CISANELLO CON UN PANCREAS E UN RENE NUOVI, GRAZIE ALLA ESTREMA GENEROSITA’ DI UN DONATORE E DELLA SUA FAMIGLIA E ALL’EGUALMENTE IMMENSA COMPETENZA, AFFIDABILITA’, DEDIZIONE SUA E DELLA SUA INTERA EQUIPE, nessuno escluso, dal primo all’ultimo. Al 5° (e naturalmente al 1°) piano del Monoblocco ho trovato infatti non solo la massima professionalità desiderabile, che incuteva sicurezza in tutti noi pazienti e famigliari, ma anche quell’umanità e rassicurazione di cui ognuno, in quelle situazioni, ha altrettanta necessità. Tutto questo l’ho trovato a Pisa, e ne sono affettuosamente grata a Lei e a tutta la “sua gente”. Non faccio che parlarne, cercando di infondere speranza in chi si trova nelle mie precedenti condizioni e non crede sia possibile uscirne. Ho 55 anni, ne ho vissuti 48 di diabete (sempre ben supportata dalla mia diabetologa dott.ssa SALVIOLI e nefrologo dott. BONUCCHI di Modena) e ora, ad oltre 7 mesi dall’intervento sto bene, svolgo una vita normale, tutti mi dicono che non sembra neppure che abbia subito un tale intervento. Cerco di essere positiva, di comportarmi in modo che tutto prosegua per il meglio, come mi è stato consigliato in reparto e successivamente all’ambulatorio post trapianto (dott.sse PALEOLOGO e TREGNAGHI).
 
GRAZIE, grazie ancora, anche a nome dei miei che quel giorno mi aspettavano fuori della sala e hanno avuto mie notizie, così buone, da Lei. Le auguro buon lavoro, per Lei e per tutte quelle persone cui senza tregua si dedica (si sentono raccontare tutte queste meraviglie in quei letti del Cisanello!
Le mando un rispettoso ma talmente grande abbraccio per avere così positivamente cambiato la mia vita.
 
                                                                                                                      L. M.
 
N.B.: I suggerimenti che intendevo rivolgere riguardano:
è possibile alla datazione del mio trapianto, usare mezzi pubblici (bus, treni ecc.) o si corrono ancora rischi?
quali precauzioni usare in ambito di lavoro (ufficio pubblica amm.ne) in caso di vicinanza con persone indisposte (raffreddate ecc.)?
è possibile/consigliabile la vaccinazione antinfluenzale?
il mio oculista mi ha diagnosticato una “cataratta (cortico-nucleare) in un occhio e una secondaria (sinechie irido lenticolari – IOL ben posizionata) nell’altro operato precedentemente al tx. “Retinopatia diabetica trattata con fotocoagulazione panretinica con Argon-Laser. Papilla roseo-pallida con aumento della escavazione fisiologica” OD/OS Visus 5/10 con lenti:
          – considerato il benessere globale conquistato col tx 
          – ritenendo la mia indipendenza/autonomia fondamentale (è stata peraltro il motivo propulsore al tx)
          – essendo in ballo la possibilità di continuare la guida dell’auto (vivo sola)
ritiene possibile, fra quanto, con quali precauzioni/taccorgimenti/terapie da affiancare agli immunosoppressori (Prograf, Cell Cept, Deltacortene), eseguire gli interventi agli occhi?
DESIDERO ASSOLUTAMENTE NON METTERE IN PERICOLO IL NOSTRO BELLISSIMO LAVORO.
 
Modena, 27 ottobre 2007

 

R:

Grazie degli apprezzamenti.

Riguardo le Sue domande:
– E’ possibile usare i mezzi pubblici di trasporto
– Non vi sono particolari precauzioni da adottare in ambito lavorativo, se l’ambiente è salubre. Rispetto alle altre persone non è opportuno avere contatti troppo ravvicinati con persone affette da malattie infettivo-diffusive anche se è necessario avere consapevolezza che non è possibile evitarli  completamente. In sostanza non starei chiuso in una stanza di 4 metri quadri con tre persone con l’influenza ma, soprattutto nei periodi epidemici, sarà difficile (impossibile?) evitare contatti con persone che hanno malattie infettivo-diffusive attive o in fase di incubazione e quindi non penso che sia  possibile adottare uno stile di vita e di lavoro troppo (e forse utopisticamente) restrittivo.
– La vaccinazione anti-influenzale è sconsigliabile (si associa ad un aumento del rischio di rigetto)
– Per l’occhio è possibile avere interventi dopo il trapianto, con l’assunzione dei suddetti farmaci.

Le consiglio di rivolgersi ad un oculista molto esperto in questo settore.

Grazie ancora.

Ugo Boggi