I dieci peccati capitali che portano all’obesità
Sono dieci le strade che conducono a “Obesopoli”. Dieci, insomma, sono gli “errori blu” che porteranno irrimediabilmente ad accumulare chili di troppo.
Un comportamento fin troppo diffuso nei Paesi occidentali, afflitti da una vera e propria epidemia di obesità. A elencarli 20 super-esperti internazionali, tra i quali il pediatra Angelo Pietrobelli dell’Università di Verona.
«Innanzitutto» afferma la giornalista Alison Motluk nell’articolo del New Scientist che commenta la review originale (170 kB) pubblicata dall’International Journal of Obesity «bisogna partire dalla premessa che viviamo in un ambiente “obesogenico”, caratterizzato da ampia disponibilità di cibi ipercalorici, a cui si accompagna uno stile di vita per lo più sedentario. Ma questi due fattori, da soli, non spiegano l’aumento esponenziale dei chili di troppo registrato nel mondo negli ultimi 40 anni». Ecco allora, secondo i 20 esperti di nutrizione e sovrappeso, le dieci strade che inevitabilmente condurranno a essere cittadini extralarge.
- Sonno insufficiente. Sono molti gli studi epidemiologici che mettono in relazione diretta la scarsa quantità di sonno con l’aumento di peso. Più precisamente, secondo quanto afferma la Us National Health and Nutrition Examination Survey, le persone che dormono meno di sette ore a notte tendono ad avere un indice di massa corporea superiore. Risultato confermato da altri studi statunitensi, canadesi e tedeschi. Senza contare che si rischia di entrare in un circolo vizioso, visto che l’obesità stessa induce a dormire meno. In più, uno studio condotto su 68mila donne ha dimostrato come le ore di sonno perse arrivano anche ad alterare il metabolismo, con l’ormone che indica la sazietà (la leptina) “a picco” e quello che innesca la fame (la gh-relina) “alle stelle”. E come a dimostrare la fondatezza di questa tesi, gli scienziati ricordano che nel 1960 ogni cittadino Usa dormiva in media 8,5 ore al giorno, mentre oggi il sonno si è ridotto a meno di sette ore.
- Temperatura controllata. Anche la temperatura dell’ambiente circostante, e le possibilità che l’uomo ha di governarle con condizionatori e impianti di riscaldamento, hanno un ruolo nell’aumento di peso generale della popolazione. «Sentire freddo o sudare» dicono gli specialisti «serve infatti a bruciare energia e dunque calorie. Dalla prima metà del secolo scorso a oggi sono invece aumentate esponenzialmente le possibilità di vivere sempre in un ambiente più che confortevole, senza alcun dispendio di energie».
- Abbandono del fumo di sigaretta. Il tabacco fa male alla salute «ma aiuta a stare “in linea”. E’ infatti indubitabile, dati alla mano» proseguono gli esperti «che i fumatori sono più magri». E che chi smette, veramente acquista chili di troppo. Non si sa bene perché, anche se si suppone sia colpa della nicotina, noto soppressore della fame e alteratore del metabolismo. Uno studio, sempre statunitense, ha dimostrato che quasi il 50 per cento degli uomini ex fumatori è sovrappeso, rispetto al 37 per cento dei mai fumatori o al 28 per cento dei fumatori attivi. Secondo un altro studio Usa, l’aumento del 9 per cento dell’obesità negli Stati Uniti è dovuto in parte proprio a quanti hanno cercato di smettere di fumare.
- “Programmazione metabolica” prenatale. Si è obesi anche senza una “colpa” vera e propria, ma per responsabilità attribuibili alla propria madre. I figli di mamme obese o sovrappeso, specie se queste hanno sviluppato il diabete gestazionale durante la gravidanza, saranno con maggiori probabilità loro stessi obesi da adulti. «Colpa di una sorta di “programmazione metabolica” intrauterina» sostengono i maxi-esperti «che resiste a diversi passaggi generazionali», come testimonia più di uno studio condotto sui topi di laboratorio. Ma non ci si salva dal rischio obesità neppure se si nasce sottopeso. Le ricerche condotte sulla popolazione olandese durante la seconda guerra mondiale hanno dimostrato che il limitato apporto nutritivo patito dal feto nell’utero può più facilmente portare a un futuro di obesità se, dopo la nascita e fino ai due anni, il bebè viene alimentato normalmente riacquistando il peso.
- Sovrappeso e fertilità. Le donne più pesanti sono anche le più fertili e dunque hanno più facilmente figli. Una ricerca dell’università del Dakota è riuscita a mettere in relazione diretta le percentuali di fertilità con il peso corporeo, e più precisamente con l’indice di massa corporea. «Le donne con peso nella norma o sotto di essa hanno in media, nel mondo, una media di 3,2 figli, contro una media del 3,5 delle donne obese» scrivono i ricercatori. Secondo gli scienziati che si occupano di obesità, è vero da un lato che le gravidanze portano le donne a guadagnare peso, ma è altrettanto vero che le donne “fuori linea” hanno più facilmente figli. «Dunque è difficile capire quale dei due fattori sia la causa e quale l’effetto. Senza contare» aggiungono «che se è vero che l’obesità è per il 65 per cento di natura genetica, allora è chiaro che da genitori extralarge nasceranno più facilmente bambini che erediteranno gli stessi problemi».
- Invecchiamento e aumento del peso. Oltre ai tradizionali malanni tipici degli anziani, la vecchiaia porta con sé anche un carico di chili di troppo. Diverse ricerche del Centro statistico per la salute Usa hanno dimostrato che le persone tra i 40 e i 79 anni sono tre volte più obese di quelle più giovani. Percentuali che si impennano quando si prendono in considerazione gruppi particolari di persone, come le ispano-americane, che hanno una probabilità di andare incontro a problemi di peso superiore del 30 per cento a quella delle donne bianche, o le afro-americane, il cui rischio di diventare obese è addirittura doppio.
- Abuso di farmaci. Troppe persone, in tutto il mondo, assumono psicofarmaci. A fronte di indiscutibili benefici nella cura di alcune patologie psichiche, questi farmaci – in particolare i neurolettici – hanno dimostrato di favorire un aumento indesiderato del peso corporeo. «Chi usa questi medicinali» dicono i medici «guadagna quattro chili nelle prime dieci settimane di trattamento, più altri quattro o cinque negli anni a seguire». Ma sul banco degli imputati gli psicofarmaci si dividono le responsabilità con gli antiepilettici, gli antipertensivi, gli inibitori delle proteasi anti-Aids e gli antidiabetici, compresa l’insulina. Fanno ingrassare anche i beta-bloccanti (in media 1,2 chili), la pillola anticoncezionale (cinque chili in due anni) e – non sempre – anche gli antistaminici da banco.
- Inquinamento. Anche l’ambiente inquinato in cui milioni di persone vivono contribuisce a far acquistare peso. Pesticidi, coloranti, aromatizzanti, profumi, plastiche, resine e solventi vengono inalati o assorbiti attraverso la pelle. «Esistono studi che dimostrano come anche piccole quantità di queste sostanze contribuiscano ad aumentare di peso. Alcuni, per esempio, addirittura raddoppiano la massa grassa. Senza contare» dicono sempre gli esperti «che alcuni agenti chimici interferiscono con il sistema endocrino cambiando l’equilibrio ormonale dell’organismo e favorendo l’obesità».
- Maternità tardiva. Uno studio del National Heart, Lung and Blood Institute Usa ha dimostrato, dati alla mano, che le probabilità di un bambino di diventare obeso aumentano del 14 per cento ogni cinque anni in più di età della mamma. Anche se la relazione non è chiara agli scienziati, resta il fatto che, in tutto il mondo, l’età materna al momento del primo parto si sta spostando in avanti: nel 1970 era di 21,4 anni negli Stati Uniti e di 23,7 anni nel Regno Unito, trent’anni dopo era salita rispettivamente a 24,9 e 27,3 anni. Come se non bastasse, accanto a studi che dimostrano come i primigeniti tendano a una maggiore adiposità, altri dati confermano il calo progressivo della parità: nel Regno Unito è scesa da 2,95 figli per donna nel 1964 a 1,79 nel 2005, mentre negli Stati Uniti le donne unipare di età superiore a 40 anni sono passate dal 9,6 per cento nel 1976 al 17,4 per cento nel 2004. In conseguenza di ciò, la prevalenza dei primigeniti nella popolazione generale è aumentata in maniera consistente.
- Matrimonio fra (pesi) simili. Chi si somiglia si piglia. Oppure: mogli e buoi dei pesi [non è un errore di stampa] tuoi. Così si potrebbe sintetizzare l’ultima possibile causa di obesità. Infatti, secondo diverse ricerche (tra cui una dell’università di Toronto), le persone obese o con problemi di peso si sposano o hanno una relazione più facilmente con loro simili di analoga stazza. E nel caso decidano di avere figli, la genetica renderà più probabile che diano alla luce bimbi che in futuro avranno problemi simili a quelli dei loro genitori.
di Pietro Amante