Il “Diabete in Pillole” del Dr Andrea Scaramuzza – Ipoglicemia

In questi giorni di caldo e di vacanze leggo molti post riguardanti l’ipoglicemia. È e resta la complicanza acuta più frequente per le persone con diabete, specie coloro con diabete tipo 1. Siccome non tutto ciò che leggo è sempre del tutto corretto, ecco il pensiero di un pediatra di campagna, un po’ praticone.

1. Ipoglicemia si definisce un valore di glucosio nel sangue inferiore a 70 mg/dl. A volte l’ipoglicemia è accompagnata da sintomi, altre no, altre ancora non è avvertita. Ciascuno la avverte a modo suo. Si considera ipoglicemia severa un valore <54 mg/dl, specie se accompagnato da sintomi. L’ipoglicemia non avvertita è un grave problema perché mette a rischio la salute della persona.

2. Come si corregge un’ipoglicemia? Innanzitutto dipende dal sistema di somministrazione dell’insulina utilizzato. Tendenzialmente, un’ipoglicemia in terapia iniettiva è più ‘impegnativa’ di un’ipoglicemia usando il microinfusore. Anche se vi sono sempre eccezioni.

3. Le raccomandazioni nazionali e internazionali parlano di glucosio, Glucosprint, Fastup, o simili per la correzione (le tablets di glucosio sarebbero tanto comode!). La dose è di 0.3 g/kg di peso del bambino/adolescente/adulto di glucosio, fino ad un massimo di 15 grammi.

4. Se si usa un sensore, e ci sono gli allarmi, si consiglia di correggere solo un’ipoglicemia sintomatica, o se vi è ‘insulina attiva’ superiore a 0.5-1 U fino a 10 anni, oppure 1-1.5 U per bambini più grandi. In questo caso 0.1 g/kg dovrebbero essere sufficienti, max 5 grammi, sempre di glucosio.

5. Si ricorregge se restano i sintomi dopo 15-20 min. Non si dovrebbe usare l’occasione di un ipoglicemia per assumere cibo, più o meno dolce. L’ipoglicemia è conseguenza di un errore terapeutico o di comportamento o in corso di esercizio fisico, e va evitata. In caso di ipoglicemia grave non dimentichiamo di usare il glucagone, se spray nasale più maneggevole e comodo da conservare.