Il funambolo
I genitori che vivono l’esperienza del Diabete mellito di Tipo 1 sui propri figli, sono speciali: io mi sento speciale (scusatemi l’arroganza), ma non saprei come altro definirmi… siamo mutevoli, dalle mille sfaccettature.
Se giocassimo al gioco del “se fossi” tra i personaggi di un circo, mi rivedrei perfettamente nel ruolo del funambolo.
Avete presente quei personaggi che, saliti su di una lunga scala a pioli, intraprendono un percorso solitamente di andata e ritorno, camminando con disinvoltura sopra un cavo e poi, lungo il tragitto, intrecciano le più svariate combinazioni di giochi d’equilibrio per stupire il più possibile il pubblico? Ecco, io genitore di un bimbo col Diabete Tipo 1, sono così… un funambolo, un equilibrista.
Nei giorni del ricovero, successivi all’esordio, sono stato bombardato, da parte dei medici, da innumerevoli informazioni, nozioni varie, più o meno scientifiche che consentono, tornati a casa, di affrontare la nuova vita.
Parlavo di equilibrista e in effetti, così mi sono sentito nel dimenarmi passo dopo passo, giorno dopo giorno, tra calcoli, dosi d’insulina, quantità di cibo, orari da rispettare.
Però nonostante tutto, non ero solo, mi portavo dietro, una sorta di protezione… sapete, per eventuali cadute da principiante! La mia rete di protezione è stata “la luna di miele”: chi si ammala di Diabete Tipo 1 attraversa, di norma, questo particolare momento nel quale il pancreas, risollevatosi grazie all’insulina esogena, riprende forza tanto che sembra di tornare alla vita di prima. “Facciamo pochissima insulina, solo 1 Unità ai pasti”, solevo raccontare quasi con orgoglio.
Così i giorni passano e i genitori funamboli si illudono, perché è proprio questo che succede, un’illusione, un gioco di magia, un chiaro-scuro e poi all’improvviso si spengono le luci e i tamburi rullano e il pubblico si aspetta il numero più esilarante!
E in effetti arriva quel momento: le dosi d’insulina aumentano, i valori sballano, l’ansia del non saper fare ti arriva alla gola, ti fa sudare freddo e quelle parole che confermano i dubbi “in effetti, il bambino è uscito dalla luna di miele”, ti lasciano di ghiaccio, ti fanno sentire solo!
Ma tu, funambolo, sei lì pronto a fare il percorso di ritorno sul cavo, anche se ormai senza più rete…
Gli occhi del pubblico sono puntati suoi tuoi piedi, su tutto il tuo corpo teso, su quel cavo che, per forze di cose, devi riattraversare!
E lo si ripercorre, certo che sì! I nostri piccoli contano su di noi, sono là tra il pubblico perché per adesso loro la vivono così questa esperienza, sono spettatori, del resto all’età di 3 o 4 anni è bello andare al circo… io me lo ricordo bene!
E lui… Giordano, il mio piccolo, anche lui è tra il pubblico ed è lì ad applaudire col naso all’insù, il suo papà funambolo ed io gli strizzo l’occhio per rassicurarlo: anche questa volta il numero riuscirà… il suo papà lascerà tutti a bocca aperta!
di Marco Cefalù