Il micro delle meraviglie!
Mi era stato proposto ormai da tempo…..ma io….. dura! “Non è il dovermi somministrare l’insulina il vero problema” ripetevo “dai, non muoio” oppure “Io con quel giochino ? neanche per idea…….” Mi era stato proposto, tempo prima, un cambiamento che non avevo voluto accettare fino a quando mi sono trovata in un lungo periodo di marcato malessere: era costante, la media stava sui 250, valore che dava una fisionomia cupa alla mia vita: trascinavo le mie giornate a fatica, lentamente, non sapevo più reagire a nulla. Proprio io che, per esempio, in classe, mi divertivo a sorridere e dialogare, spesso scherzando, con i miei ragazzi. E’ difficile spiegare a chi non prova, a chi non ha mai vissuto certi strani momenti, che cosa voglia dire “non stare bene”. E non ti senti praticamente nulla. Non sono morta, d’accordo’ non voglio essere patetica, ma ad un certo punto ho detto “Basta!” Poco dopo seguì il breve ricovero cui venni indirizzata per impratichirmi dell’aggeggino incriminato che avrebbe guidato la mia vita, anzi no, diciamo meglio, che si sarebbe lasciato guidare per ritrovare un minimo di stabilità nel mio corpo: era necessario stabilire fin da subito quali quantitativi di insulina avrei potuto meglio utilizzare, e poi studiare ancora il mio organismo, testare alcune conoscenze tecniche circa il microinfusore, teoriche e soprattutto pratiche. Prima di essere dimessa, entusiasta del micro, o meglio, di aver finalmente provato a stare bene, ero in ansia per il ritorno. Come me la sarei cavata da sola? E alle mie figlie che cosa avrei spiegato? E’ stato facile, invece. Sogno? No, realtà. Caparbia come ero…… ho dovuto piegarmi. E pensare che avrei potuto anticipare questa prova già da un pezzo. Non me lo sarei perdonato. Lui oggi c’è, il micro esiste, lo porto addosso, nei jeans o sotto la camicetta; a volte non è facile, non posso essere semplicistica. Le attenzioni sono molte, certo. Ci sono stati alti e bassi in quest’ultimo anno, il primo da che utilizzo il microinfusore. Ho ricercato un nuovo equilibrio, ho provato a vivere esperienze diverse, mi sono avvalsa, a secondo delle mie necessità, di modalità di infusione varie: tempi prolungati di somministrazione, o basali temporanei, o minimi boli correttivi ecc. Sempre frequenti misurazioni, ma c’erano anche prima. Qui del resto sono indispensabili. Ci si sente più responsabili. Oggi ho la certezza di stare bene; sono le sensazioni a comunicarmelo, le stesse che tempo fa non riuscivo ad avvertire. Ripensando al mio passato, come ho detto, non voglio essere drammatica, o patetica. Sì, ma adesso sono rinata. 10 marzo 2006 |
Roberta
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