Il riconoscimento di uno status invalidante o della l. 104, possono costituire un ostacolo all’ assunzione?

D:

 

Buongiorno,

sono la mamma di una ragazza affetta da 5 anni da diabete 1, insulino dipendente, non micro infusa.

Nonostante che la malattia sia stata conclamata da tempo, io e mio marito abbiamo ritenuto, sino ad oggi, di non avviare le pratiche per il riconoscimento della l.104 e/o invalidità civile, proprio al fine di non acuire ancor più quel senso di inadeguatezza e di diversità che nostra figlia ha avvertito, negli anni dell’adolescenza, a causa ed a seguito dell’insorgenza della patologia.

Abbiamo cercato di incoraggiarla come abbiamo potuto, per scongiurare il rischio che si precludesse, per ragioni emotive, le sue ambizioni, tanto da riuscire a realizzare il suo sogno, ossia superare il tanto temuto concorso nazionale e, cosi, iscriversi alla facoltà di medicina e chirurgia.

A questo punto, però, ci domandiamo se l’attività medica, alla luce del panorama normativo e del correlato contenzioso giurisprudenziale, specie in una struttura ospedaliera, sia o meno compatibile con la patologia in questione.

E se il riconoscimento di uno status invalidante o della l. 104, possa costituire un ostacolo alla sua assunzione in una struttura medico-ospedaliera.

Si tratta di dubbi infondati?

Sul punto, vista la natura del quesito posto, vorrei ricevere l’autorevole riscontro dell’ Avv. Pantanella, che già, sin d’ora, ringrazio.

Inoltre, chiederei che detto riscontro avvenga in forma riservata.

Cordiali saluti

R.I.

 

R:

Gentile R.I.

allo stato degli atti, senza una dichiarazione di invalidità e/o di handicap, la patologia non è (ancora) nota al mondo esterno, scolastico, universitario e, in futuro, lavorativo.

Tuttavia, la legge quadro 115/1987 tutela il malato di diabete e ne favorisce il suo ingresso e la sua integrazione piena sia a scuola, nello sport e sia nel mondo del lavoro, come tutela in via generale.

Le tutele (particolari) invece previste a seguito di una futura dichiarazione di invalidità o di handicap, anche con connotazione di gravità, serviranno, ove sempre riconosciuti l’invalidità e l’handicap, alla migliore adibizione del lavoratore diabetico a mansioni confacenti con il suo stato di salute, come per esempio il non essere adibito a lavori gravosi, a turni o notturni, ma sempre e solo dietro parere vincolante del medico del lavoro; ed anche ad usufruire di alcune prerogative, quali ad esempio i permessi retribuiti.

Solo alcune e ben determinate professioni o lavori sono assolutamente incompatibili con le affezioni dell’apparato endocrino, come appunto il diabete, ma tra queste non rientra l’esercizio della professione medica.

Lasci che Sua figlia alimenti, con fiducia, le sue ambizioni e mi permetta di augurarLe, con l’occasione, un avvenire ricco di gioie e soddisfazioni.

Con viva cordialità.

 

Umberto Pantanella