In arrivo i ‘diuretici’ dello zucchero
In principio era la glicemia. Mantenere normali i valori del glucosio nel sangue è il cardine della cura del diabete. Oggi la ricerca farmacologica ha messo a disposizione ben otto classi di farmaci con meccanismi d’azione molto diversi tra loro: dalla metformina, ai più recenti inibitori del DPP-4, alle ultime insuline caratterizzate da un’importante riduzione del rischio di ipoglicemia. È ora in arrivo la nona, e molto attesa, classe di farmaci antidiabetici orali: gli inibitori del SGLT-2, una sostanza che nel rene favorisce il recupero del glucosio eliminato dal sangue perché in eccesso, ma preziosissimo per il funzionamento degli organi e in particolare del cervello .Il primo inibitore del SGLT-2 è, infatti, in fase molto avanzata di sperimentazione e dovrebbe essere disponibile entro il 2013.
“Questi farmaci agiscono in maniera del tutto innovativa e complementare agli altri favorendo l’eliminazione del glucosio in eccesso con le urine, agendo come veri e propri ‘diuretici’ dello zucchero, non provocando aumento di peso e migliorando il controllo pressorio”, ha spiegato Carlo Giorda, presidente dell’Associazione Medici Diabetologi (Amd), nel corso del 6° convegno nazionale dell’Associazione.
“Una volta, quando non disponevamo di tutte le classi di farmaci antidiabetici di cui oggi possiamo fare buon uso, il primo, e a volte unico, pensiero del medico era riportare e mantenere il valore della glicemia il più possibile vicino alla normalità – ha ricordato Giorda – si tratta, tuttavia, di una malattia molto complicata dove la glicemia è solo uno dei problemi, perché i meccanismi messi in funzione dai livelli troppo alti di zucchero nel sangue e dalla scarsa attività dell’insulina sono molti e portano, se non tenuti costantemente sotto controllo, alle gravi complicanze della malattia: infarto, ictus, insufficienza renale e dialisi, danni alla vista, amputazioni degli arti”.
Rispetto al passato, le attuali diverse classi di farmaci permettono di curare ‘su misura’ ogni tipo di persona con diabete. “È il concetto di personalizzazione della terapia, che permette a noi medici di intervenire su ciascuno con un’associazione diversa di farmaci, in base alle caratteristiche di ogni persona che abbia il diabete – ha concluso il presidente Amd – la nostra Associazione ha ideato lo scorso anno un algoritmo di cura, ossia un percorso di individuazione del profilo di ogni persona con diabete, sulla base dei fattori di rischio per sviluppare le complicanze della malattia, con i corrispondenti suggerimenti di intervento farmacologico da attuare, che è stato lo spunto che ha portato le principali società scientifiche internazionali a emanare analoghe raccomandazioni e linee guida”.