…io e mio fratello siamo il sole e la luna
Sono nata a Rieti il 31 agosto 1958. Nel 1963 è nato mio fratello. Nel 1964 ci siamo trasferiti a Milano. Nel 1982 mi sono laureata in Giurisprudenza presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano.
Sono sposata con Gianni dal 1983 e ho due figli, Diletta e Michele (detto Cico).
Adoro il cinema, il mio film preferito resta “Blues Brothers”; mi piace leggere: uno dei miei libri preferiti è “La città della gioia” di Dominique Lapierre. Non sono una sportivona, ma mi piace giocare a tennis ed andare in palestra.
Io e mio fratello siamo il sole e la luna, il bianco e il nero, la ponderatezza e la sconsideratezza, la costanza e l’incostanza, il sì e il no, la formica e la cicala.
Ma siamo fratelli.
L’estate del 1982 stava per finire: era stata un’estate mitica!
L’Italia di Tardelli e di Pablito Rossi vinceva il Mundial di Spagna. Mio fratello si diplomava e io dovevo laurearmi in novembre. I miei genitori stavano per compiere i 25 anni di matrimonio: un anno intenso, pieno di avvenimenti, un anno da ricordare per la nostra famiglia.
Dopo le vacanze al mare, ecco settembre: Lallo (mio fratello) doveva presentare i documenti per iscriversi ad Architettura, io la stesura finale della mia tesi, ma ci concedemmo un ultimo weekend in montagna: durante le passeggiate mio fratello non faceva che fermarsi ad ogni fontana, continuava a fare pipì, scatenando l’ilarità di tutti.
La sera c’era la finale del Festivalbar: lui non riusciva a tenere gli occhi aperti e aveva sempre sete. Tornammo a casa.
Il lunedì mattina andò a fare le analisi, il pomeriggio squillo’ il telefono: era una mia amica del Laboratorio di analisi: “Daniela, vieni subito, i valori di Lallo sono un po’ altini”.
Io andai dal nostro medico, facendo finta di capire, io stavo con lui quando gli chiese:
“Per quanto tempo?” e il medico rispose : “Per sempre”.
Venne ricoverato al S. Raffaele: in una settimana era di nuovo a casa, ma la sua vita, la nostra vita era cambiata “per sempre”.
Per molto tempo l’ho accontentato: era “roba” sua, non mi riguardava, era la sua vita.
Poi non più.
Ho capito perché diceva così, e perché lo ha detto per 19 anni, ma io sono stata più testarda di lui: sono sua sorella.
Insieme siamo andati al San Raffaele quella sera del 18 ottobre 2001, insieme ne siamo usciti 15 giorni dopo, lui insulinoindipedente, io grata a Dio per avergli dato una seconda opportunita’ con quel trapianto di rene-pancreas che l’ha strappato alle complicanze mortali del diabete.
Insieme: fratello e sorella.
Non sappiamo chi sia il donatore, chi ringraziare, ma tutte le notti lo ricordiamo e preghiamo per lui e per la sua famiglia che con un gesto d’amore e di generosità ha cambiato la vita di mio fratello, la nostra vita….speriamo per sempre.
Da questa esperienza personale nasce Portale Diabete, che vuole essere una fonte di informazione corretta, affinché nessuno debba mai avere bisogno di un trapianto.
Ma soprattutto affinché si sappia che se le complicanze arrivano, se la qualità di vita è compromessa, non è tutto perso. Una soluzione c’è, ed è il trapianto di pancreas.
Perché il trapianto è vita.
Daniela D’Onofrio