Io sono come tutti gli altri, ma in quei momenti no
Io sono spartana, penso si capisca, e ho detto varie volte delle nostre vicissitudini… Comunque, quando ci dimisero dall’ospedale con il certificato per invalidità e 104, per mio marito, in quanto io non ho diritto e proprio per questo elaborarono il certificato, in quanto sapevano che, al bisogno, poteva essere impossibile per me, stare con nostra figlia. Io spiegai a mia figlia cos’è il diabete e perché eravamo davanti ad una commissione di ignoranti ( ahimè) che la guardavano come un criceto.
Le spiegai il perché lei fosse e sia, portatrice di un handicap grave, nonostante la splendida personcina che è. Le dissi che aveva dei diritti ma non avrebbe mai dovuto abusarne.
Provò sulla sua pelle diversi episodi, molto sgradevoli, di bullismo, peraltro purtroppo in buona compagnia, con compagnetti molto più sfortunati di lei.
Non è stato facile, ma grazie a tutto questo, ora è la leader e la paladina di tutti. Sa e lo dice, di avere un handicap, tanto che a febbraio scorso, quando tornammo in commissione per cercare di riavere la 104, lei si espresse così : “forse non ho bisogno di questo beneficio, però quando è capitato di star male e i miei genitori non erano con me ad aiutarmi, io ho avuto paura di morire. Spero non sia necessario, ma se non possono aiutarmi, io avrei paura anche ad andare a scuola quando sto male. Io sono come tutti gli altri, ma in quei momenti no e spero di avere sempre qualcuno con me che sappia cosa fare”.
Abbiamo di nuovo la 104 e finora non è mai servita.
di Mariagiovanna Ventroni