Ipoglicemia: che cos’è e come trattarla
Per Ipoglicemia si intende l’abbassamento del glucosio nel sangue sotto la soglia di 70mg/dl.
“Nel diabetico trattato farmacologicamente, l’ipoglicemia rappresenta la principale complicanza acuta. E’ causa di malessere, spavento e ricovero ospedaliero; per questo motivo i diabetici vengono istruiti al suo riconoscimento e gestione durante le visite o grazie ai corsi educativi da noi organizzati.”
L’ipoglicemia è di frequente riscontro nei diabetici in trattamento insulinico (sia tipo 1, sia tipo 2), ma può verificarsi anche in corso di terapia con farmaci orali che stimolano la secrezione insulinica, in particolare sulfoniluree, specie quelle a lunga durata d’azione (glibenclamide).
Compare in particolare lontano dai pasti, nelle ore notturne o dopo attività fisica. Fattori favorenti sono:
- l’inadeguata assunzione di cibo, specie di carboidrati (diete iperproteiche o pasti con totale eliminazione dei carboidrati);
- la scorretta somministrazione dell’insulina;
- l’intensa attività fisica senza appropriata introduzione di carboidrati prima/durante e/o dopo l’esercizio;
- il consumo eccessivo di alcoolici.
Un’attenzione particolare va rivolta alle Ipoglicemie “non avvertite” correlate a lunga durata di malattia diabetica e alla comparsa di complicanze (neuropatia autonomica).
Come riconoscerla?
Come si può riconoscere e distinguere l’ipoglicemia? Esistono tre gradi di Ipoglicemia, ognuna con sintomi propri:
- ipoglicemia di grado lieve: è accompagnata da sintomi come sudorazione, tremore, palpitazioni, fame intensa;
- ipoglicemia di grado moderato: si manifesta con la comparsa di sintomi neuroglicopenici quali disturbi oculari/offuscamento della vista, cefalea, formicolii, difficoltà di concentrazione, sonnolenza, irritabilità.
In entrambi questi casi il paziente è ancora in grado di gestirsi autonomamente.
- Ipoglicemia grave: si accompagna alla perdita di coscienza e la necessità di intervento dei terzi per la risoluzione del problema. Un’ipoglicemia severa nel paziente fragile con plurime comorbidità può risultare fatale. L’ipoglicemia stessa può favorire eventi cardiovascolari come infarto ed ictus. Sistema nervoso, cuore, cellule nervose sono le principali ad andare incontro a sofferenza nel caso della mancata disponibilità di zuccheri in quanto tale alimento/principio è essenziale per il loro funzionamento. Non c’è da meravigliarsi del peggioramento dei sintomi neurologici con l’aggravarsi dell’ipoglicemia dal momento che il cervello è il principale utilizzatore di glucosio del nostro organismo.
“La comparsa della sintomatologia è legata non solo al valore assoluto della glicemia e alla velocità dell’instaurarsi dell’ipoglicemia, ma alla tolleranza individuale e al grado di compenso glicemico del paziente”.
Come trattarla?
“L’ipoglicemia è sempre gestibile, ma richiede un intervento tempestivo e strutturato”.
Ipoglicemia lieve-moderata: la ‘regola del 15’
“Il trattamento dell’ipoglicemia lieve-moderata richiede introduzione di zuccheri semplici, facilmente e rapidamente assorbibili dall’organismo. Ma attenzione, no a dolci elaborati, torte, cioccolato, briosches!
La correzione si basa sulla ‘regola del 15’:
- assunzione di 15 g di glucosio: 3 cucchiaini/3 bustine/1 cucchiaio grande da tavola di zucchero sciolti in acqua oppure 125 ml di bibita zuccherata, ottima la coca-cola, succo di frutta zuccherato oppure 1 cucchiaio di miele;
- rivalutazione della glicemia dopo 15 minuti; ripetizione del trattamento fino al raggiungimento di due glicemie > 100 mg/dl a distanza di 15 minuti una dall’altra. Per il mantenimento del tasso glicemico si consiglia l’assunzione successiva di 50 g zuccheri complessi (50 g di pane, 1 pacchettino di crakers/biscotti, 1 frutto)”.
Ipoglicemia grave: soccorso con glucagone
“Il trattamento dell’ipoglicemia grave, con il paziente in stato di incoscienza, richiede l’intervento di altre persone. Le persone a stretto contatto con i diabetici (genitori, coniugi, amici) devono essere adeguatamente istruite sulla gestione di tale evenienza. In caso di alterato stato di coscienza, si deve ricorrere alla somministrazione di glucagone, ormone ad azione opposta all’insulina, capace di aumentare la glicemia. Se non si disponesse di tale soluzione occorre chiamare subito un’ambulanza, affinché il personale medico possa somministrare glucosio endovena”.
Novità farmacologica: glucagone a somministrazione nasale
Novità farmacologica, la disponibilità di glucagone a somministrazione nasale, che garantisce una maggiore rapidità di intervento per semplificazione della modalità di somministrazione ed è di più facile conservazione.
Fino ad oggi era disponibile in farmacia il kit d’emergenza rappresentato dalla fiala di glucagone da somministrare intramuscolo o sottocute previa ricostituzione della soluzione e conservazione in frigorifero. L’attuale disponibilità di uno spray da somministrare con un unico puff intranasale, caratterizzato da assorbimento passivo, senza necessità di contemporanea inspirazione, conservabile a temperatura ambiente, ad unica posologia per adulti e bambini 3mg, rappresenta un valido aiuto nella gestione dell’ipoglicemia severa.
In supporto ai diabetici sono disponibili al momento anche i sistemi di monitoraggio in continuo della glicemia mediante sensori applicati sulla cute. Trattasi di piccoli dispositivi delle dimensioni di una moneta, applicabili sulla cute con un adesivo e che attraverso un piccolo filamento che oltrepassa la cute permette la rilevazione della glicemia nel liquido interstiziale sottocutaneo.
E’ possibile collegare il dispositivo al proprio cellulare permettendo di mostrare l’andamento glicemico. Sono inoltre dotati di avvisatori acustici per segnalare ipo- e iperglicemia.