Istituzioni o sabbie mobili?
Sig. Michele Calvisi, ho ricevuto la Sua risposta e, Le dirò, sono poco fiduciosa, perchè sono convinta che “non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire!”
Comunque sia espongo brevemente il caso di mia figlia. … è una bimba di tre anni appena compiuti, affetta da diabete dall’età di 20 mesi, frequenta il 1° anno di scuola materna, in un paese della Sardegna (spesso quando indichiamo il paese viene individuata la famiglia che diventa bersaglio incrociato di quelle istituzioni che dovrebbero proteggerla).
Nella domanda di iscrizione segnalai che la bambina soffriva di diabete e fin dall’ingresso a scuola ho portato a conoscenza delle maestre (sono quattro) quelli che erano i sintomi di una eventuale ipo o iper glicemia.
Il tutto anche con materiale che la pediatra/diabetologa che cura mia figlia mi ha fornito appositamente per la scuola.
Dal momento che, ahimè, sono una mamma che lavora, ed ho altri due bambini, di cui uno affetto ugualmente da diabete, ho chiesto alle maestre se era possibile, quando non avrei potuto farlo io o mio marito personalmente, eseguire almeno i controlli della glicemia prima del pranzo e/o comunque quando ne sarebbe sorta la necessità.
Una sola delle maestre mi disse che non ci sarebbero stati problemi e che mi sarebbe venuta incontro, ma ha dovuto “ritirare la sua disponibilità” sia perchè era la sola ad offrirsi, le altre non volevano prendersi alcuna responsabilità, sia perchè la Dirigente Scolastica portava fin dall’inizio dell’anno scolastico, a conoscenza del personale scolastico e dei genitori un decreto ministeriale indirizzato a tutte le scuole nazionali, che poneva il divieto di somministrare farmaci in orario scolastico.
Ed in questo divieto includeva anche il controllo della glicemia alla mia bambina.
Ho soprasseduto a ciò e tutte le volte che le maestre ritenevano che mia figlia stava male, perchè la vedevano strana nel comportamento, un pò assonnata, sudata, e via dicendo, mi hanno telefonato ed io sono sempre corsa a scuola per misurarle la glicemia onde evitare complicazioni.
Non sempre ho riscontrato valori che non andavano bene!! Per ben due volte però la bambina è andata in ipo glicemia, perdendo addirittura i sensi; l’ultima volta circa 20 giorni fa è svenuta ai piedi di una maestra. Ho sollecitato un nuovo colloquio con le maestre e la Dirigente , alla quale ho rivolto espressamente la richiesta di permettere a chi si fosse resa disponibile all’interno della scuola, di effettuare il controllo della glicemia e per tutta risposta mi ha “spiegato” che non è assolutamente possibile, perchè la responsabilità è troppa, che ci sono molti rischi, che non c’è a scuola un luogo adatto per eseguire tale controllo e soprattutto che le maestre non hanno la competenza per svolgere questo compito: ha vietato anche l’assunzione di zuccheri senza effettivamente accertare un’ eventuale ipoglicemia..
Mi suggeriva però di fare una richiesta scritta alla Scuola, che quindi si sarebbe attivata, convocando il Sindaco del Paese e la ASL di zona, per individuare un soggetto esterno idoneo a svolgere tale mansione.
Che dire!! mi spieghi meglio come è giusto comportarsi.
Cordiali saluti.
Abbiamo trovato paludi e sabbie mobili là dove pensavamo di trovare isole felici, soprattutto a livello di rappresentanti delle istituzioni. Sabbie mobili che intrappolano e bloccano vanificandolo l’impegno delle famiglie delle persone con diabete e celiachia e dell’associazione (e di pochi rappresentanti illuminati delle istituzioni) con gravi cadute nell’autostima e nella concezione di sé anche della famiglia e non solo del singolo.
Siamo realmente un paese evoluto e civile? fatecelo sapere, noi non lo vediamo..
Cordiali saluti Michele Calvisi
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