La corsa associata a una riduzione del 30% del rischio di morte
Secondo le raccomandazioni dell’Oms, gli adulti dovrebbero svolgere almeno 150 minuti di attività fisica moderata ogni settimana. Questo livello di esercizio permetterebbe di ridurre del 28% il rischio di morte. La corsa è sicuramente una delle attività fisiche più comuni, per questo i ricercatori dell’Institute for Health and Sport, della Victoria University in Australia, diretti dal Professor Zeljko Pedisic, hanno cercato di scoprire quale fosse in particolare l’impatto della corsa sulla mortalità tra gli adulti.
Lo studio è stato pubblicato sul British Journal of Sports Medicine
Per farlo hanno analizzato in modo sistematico 14 studi, che in totale includevano 232 .149 partecipanti, sull’associazione tra corsa e jogging e la mortalità in generale, ma anche la mortalità dovuta al cancro o a malattie cardiovascolari. Durante un periodo di follow-up che variava dai 5,5 ai 35 anni, sono morti 25.951 partecipanti, quindi l’11% circa del totale. L’età media di tutti i partecipanti all’inizio degli studi analizzati era di circa 40 anni.
Dalla metanalisi è emerso che correre era associato a una riduzione del 27% del rischio di morte in generale, a una riduzione del 30% del rischio di morte per malattie cardiovascolari e del 23% del rischio di morte per cancro.
Un aspetto interessante è che gli autori non hanno osservato un maggiore o minore effetto in base alla frequenza o alla durata dell’attività fisica. Anche una corsa moderata, che dura meno di 50 minuti, una volta a settimana, sembra essere associata a benefici per la salute e la longevità. “Questa naturalmente è una buona notizia per le persone che non hanno molto tempo per fare esercizio fisico”, ha commentato Pedisic.
Se più persone iniziassero a correre – anche senza correre molto o velocemente – probabilmente si verificherebbero sostanziali miglioramenti per la salute della popolazione, hanno concluso i ricercatori.
Camilla De Fazio