La lotta contro il diabete nelle città italiane parte da Roma
Il 6,6 per cento della popolazione residente nel Lazio ha il diabete, il che ne fa la terza regione per prevalenza di malattia in Italia. A Roma e provincia le persone con diabete sono ben 286 mila, complessivamente più di quante ne abbia una regione come il Piemonte; quasi 190 mila sono concentrate nella capitale
Presentati i dati dell’analisi preliminare del progetto internazionale Cities Changing Diabetes per Roma, volto a studiare il legame fra il diabete e la città e a promuovere iniziative per salvaguardare la salute e prevenire la malattia nella città capitolina
Per i romani la salute al primo posto tra le caratteristiche che rendono una città vivibile, più di occupazione certa e sicurezza
Roma, 5 maggio 2017 – Terzo posto al Lazio per prevalenza di diabete in Italia, con il 6,6 per cento della popolazione colpita dalla malattia. Situazione molto preoccupante soprattutto a Roma e provincia – dove risiedono più persone con diabete che in tutto il Piemonte, ben 286 mila. Nella sola capitale si concentra il 50% delle persone con diabete residenti nel Lazio, ovvero quasi 190 mila persone, pari a quanti diabetici risiedono in Toscana. “Non bastasse, il Lazio e, in particolare, Roma registrano un aumento di obesità e invecchiamento della popolazione, entrambi fattori di rischio strettamente legati all’incremento della prevalenza del diabete”, spiega Ketty Vaccaro, Fondazione Censis e coordinatore di Roma Cities Changing Diabetes. “Il numero di persone obese, ad esempio, ha avuto un aumento del 21 per cento negli ultimi 13 anni nel Lazio, tant’è che oggi 1 residente su 10 in età adulta è affetto dalla malattia”, sostiene Antonio Nicolucci, Direttore Coresearch. “Inoltre, anche il numero di over 65 ha subìto una crescita analoga negli ultimi anni, raggiungendo nella sola città di Roma la quota di 631 mila persone. Anche il problema della sedentarietà non è da sottovalutare. Nel Lazio oltre il 40 per cento della popolazione è totalmente sedentaria e solo un quinto dei cittadini svolge attività fisica con regolarità”, aggiunge Nicolucci. D’altro canto tra le 339 mila persone che ogni giorno si spostano per lo più all’interno della capitale per motivi di lavoro o studio, ben 1 su 5 impiega oltre 45 minuti per il viaggio, valore decisamente superiore a quello nazionale. Se si considera che quasi il 60 per cento utilizza l’auto, se ne deduce che sono in molti i cittadini di Roma che trascorrono parte della loro giornata seduti nel traffico caotico romano. Il lato positivo è che Roma risulta essere uno tra i comuni più verdi d’Europa vantando un’estensione di parchi, giardini, ville storiche e aree protette di vario tipo di 16,5 m2 per abitante, considerate funzionali per lo stato di salute e al benessere della persona.
“Non solo l’obesità, l’invecchiamento della popolazione, la sedentarietà, ma anche fattori sociali come istruzione, accesso alle cure, risorse disponibili incidono fortemente sull’incremento del diabete, soprattutto, nelle grandi città come Roma”, prosegue Vaccaro. Da una recente indagine svolta dall’istituto di ricerca Medi-Pragma emerge, nella cittadinanza capitolina, un’insoddisfazione generale in merito ai servizi della città: mezzi pubblici, pulizia nelle strade, condizioni di strade e palazzi, cattiva qualità dell’aria, scarsa integrazione degli immigrati. In particolare, solo il 4 per cento delle persone intervistate esprime soddisfazione relativamente alle strutture sanitarie di Roma e hinterland. Fatto degno di nota se si considera che la caratteristica fondamentale che rende una città vivibile, secondo gli intervistati, è proprio la salute, più importante di un’occupazione garantita e della sicurezza.
Questi dati emergono dall’analisi preliminare del progetto internazionale Cities Changing Diabetes per Roma e l’area metropolitana presentato oggi nella sede della Città Metropolitana di Roma. Dopo Città del Messico, Copenhagen, Houston, Shanghai, Tianjin, Vancouver, Johannesburg è, infatti, Roma la metropoli scelta per il 2017 dal progetto nato tre anni fa in Danimarca e promosso dall’University College London (UCL) e il danese Steno Diabetes Center, con il contributo dell’azienda farmaceutica Novo Nordisk, in collaborazione con istituzioni nazionali, amministrazioni locali, mondo accademico e terzo settore, con l’obiettivo di studiare il legame fra il diabete e le città e promuovere iniziative per salvaguardare la salute e prevenire la malattia. Il progetto in Italia e a Roma è coordinato dall’Health City Institute in collaborazione con il Ministero della Salute, l’Anci, Roma Città Metropolitana, l’Istituto Superiore di Sanità, l’Istat, la Fondazione Censis, Coresearch, l’Italian Barometer Diabetes Observatory (Ibdo) Foundation, Medi-Pragma e tutte le Università di Roma, le Società scientifiche del diabete e dell’obesità e le associazioni pazienti e di cittadinanza.
“Nelle città aderenti al programma Cities Changing Diabetes i ricercatori svolgono ricerche per individuare le aree di vulnerabilità, i bisogni insoddisfatti delle persone con diabete e identificare le politiche di prevenzione più adatte e come migliorare la rete di assistenza. Il tutto nella piena collaborazione tra le diverse parti coinvolte”, spiega Andrea Lenzi, Presidente del Comitato di Biosicurezza, Biotecnologie e Scienze della Vita della Presidenza del Consiglio dei Ministri e Presidente dell’Health City Institute. “L’obiettivo del programma è quello di creare un movimento unitario in grado di stimolare, a livello internazionale e nazionale, i decisori politici a considerare prioritario l’urban diabetes, il fenomeno che vede le città protagoniste del crescente aumento del numero di persone con diabete e quindi in prima linea nella lotta alla malattia”.
L’aumento delle malattie croniche non trasmissibili come diabete e obesità, infatti ,è strettamente legato alla crescita della popolazione urbana, fenomeno sociale inarrestabile e di una tendenza irreversibile, proprio per via del cambiamento degli stili di vita alimentari e di movimento.
“Dal secondo dopoguerra l’area metropolitana di Roma ha conosciuto un’espansione demografica particolarmente rilevante”, spiega Roberta Crialesi, Dirigente Servizio Sistema integrato salute, assistenza, previdenza e giustizia, Istat. “La popolazione raddoppia nella città metropolitana, passando da 2,1 milioni nel 1951 a 4,0 milioni nel 2011, e cresce di oltre il 70% nel solo comune capoluogo: da 1 milione 650mila a 2 milioni 618 mila nel 2011”.
“L’inurbamento e la configurazione attuale delle città offrono per la salute pubblica e individuale tanti rischi, ma anche opportunità da sfruttare con un’amministrazione cosciente e oculata”, osservaRoberto Pella, Vicepresidente Anci. “Occorre identificare strategie di azione per rendere consapevoli governi, regioni, città e cittadini dell’importanza della promozione della salute nei contesti urbani, immaginando un nuovo modello di welfare urbano. Questa trasformazione, inevitabilmente, richiede una comprensione e un’analisi attenta dello scenario futuro all’interno del quale declinare le politiche per un progressivo miglioramento. L’Italia, oggi, può essere in prima linea nello studio di queste dinamiche correlate alla salute derivanti dell’urbanizzazione. La partecipazione di Roma al progetto Cities Changing Diabetes, coinvolge non solo l’amministrazione di Roma Capitale e della sua Città Metropolitana, ma tutta l’Anci nella ricerca di soluzioni per migliorare la qualità di vita dei cittadini e delle persone con diabete”, conclude.
Per scaricare Roma Cities Changing Diabetes Atlas 2017 cliccare qui.
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