L’allattamento al seno previene le malattie croniche
Gli atteggiamenti negativi verso l’allattamento al seno, che inducono gran parte delle neo-madri a sospenderlo prima dei sei mesi raccomandati, contribuiscono all’aumento di malattie croniche in età adulta, specie nelle famiglie svantaggiate. È il risultato di uno studio australiano sull’impatto dello svezzamento precoce sulla salute pubblica negli ultimi 50 anni, condotto dall’economista della salute Julie Smith dell’Università nazionale australiana. Lo studio, pubblicato sul Journal of Public Health Nutrition, valuta le conclusioni di decine di ricerche esistenti, con l’obiettivo di spiegare quali fattori fanno scattare malattie croniche come diabete, malattie digestive e disturbi cardiaci. È emerso che gli adulti che erano stati svezzati prematuramente da piccoli hanno una probabilità attorno al 30% maggiore di soffrirne nel lungo termine, rispetto a chi era stato allattato al seno.
L’INDAGINE – Il problema risulta evidente nel gruppo di età fra 35 e 45 anni, perché negli anni ’60 in Australia il 90% dei bambini venivano svezzati prima dei sei mesi. Questo era a causa di politiche sanitarie «inappropriate e non incoraggianti», oltre che degli atteggiamenti pubblici che hanno ostacolato l’allattamento naturale nei decenni del dopoguerra. La studiosa sottolinea che le novelle madri hanno bisogno di maggiore supporto in ospedale e nella comunità, per assicurare che l’allattamento naturale sia una scelta realistica. «Molte misure di salute pubblica per prevenire le malattie croniche sono inefficaci o costose da sostenere. Ma nutrirsi del latte materno nell’infanzia riduce i rischi di lungo termine. Pochi altri interventi preventivi producono effetti congrui di lungo termine nel ridurre le malattie croniche».
(Fonte: Ansa)