L’antipertensivo “serale” scongiura il rischio di diabete
Una sorprendente ricerca pubblicata su Diabetologia (organo della EASD – Società Europea per lo Studio del Diabete) rivela che il momento in cui si assume il farmaco antipertensivo incide in maniera davvero importante sul rischio di sviluppare diabete di tipo 2: in particolare è stato osservato che l’assunzione serale è in grado di dimezzare la possibilità che un soggetto iperteso diventi in futuro un iperteso diabetico.
In uno studio precedente i ricercatori spagnoli dell’Università di Vigo avevano osservato che i soggetti affetti da ipertensione arteriosa classificati come “non dippers” (pazienti nei quali la pressione sistolica media notturna si riduce meno del 10% rispetto alla media diurna) tendono ad avere un rischio più pronunciato di sviluppare anche il diabete, rispetto ai soggetti con un normale calo pressorio durante le ore notturne.
Cosa succede con l’assunzione serale
L’assunzione della terapia antipertensiva al momento di coricarsi, invece che al momento del risveglio, facilita il calo pressorio notturno: a ogni riduzione di PAS (pressione arteriosa sistolica) di 14 punti si accompagna una riduzione del 30% del rischio di sviluppare diabete.
Si tratta, commentano gli autori, di risultati che potranno avere un impatto significativo nella gestione dei pazienti con ipertensione arteriosa, già affetti da diabete di tipo 2 o a rischio di svilupparlo. La correlazione tra ipertensione arteriosa e diabete vedrebbe coinvolti adrenalina e angiotensina: quest’ultima in particolare contribuisce ad aumentare il rilascio epatico di glucosio e riduce la sensibilità all’insulina.
Lo studio spagnolo ha coinvolto oltre 2000 soggetti con ipertensione arteriosa ma non diabetici che sono stati randomizzati (cioè assegnati in maniera casuale a far parte di uno o dell’altro dei due gruppi dello studio) ad assunzione serale (appena prima di coricarsi) o mattutina della terapia antipertensiva loro prescritta (antagonisti del recettore per l’angiotensina II, ACE-inibitori, betabloccanti). I soggetti sono stati seguiti per 6 anni, durante i quali 171 partecipanti hanno sviluppato diabete di tipo 2.
Nel gruppo “terapia serale” si è osservata una significativa riduzione dei soggetti “non dippers”, presenti per il 32% contro il 52% di quanto registrato nel gruppo “terapia mattutina”. Decisamente importante il dato relativo alla riduzione del 57% del rischio di sviluppare diabete nel gruppo della terapia serale.
Una notizia dunque fondamentale per tutti i diabetici ipertesi ai quali si consiglia comunque di condividere con il proprio medico la decisione di spostare alla sera l’assunzione dell’antipertensivo.