Le cellule progenitrici presenti nel dotto pancreatico possono differenziarsi in isole di Langerhans funzionanti

Un gruppo di ricercatori del Joslin Diabetes Center della Harvard Medical School, guidati da Susan Bonner-Weir, ha pubblicato sui Proceedings of the National Academy of Sciences (PNAS) uno studio dal quale risulta che esiste una popolazione di cellule pancreatiche che può essere stimolata, in vivo o in vitro, per trasformarsi in nuove cellule beta delle isole di Langerhans, quelle che mancano nel diabete di tipo 1.


Nel diabete di tipo 1 le cellule beta produttrici di insulina sono distrutte dal sistema immunitario della persona per cui il pancreas secerne poca o alcuna insulina. Per curare questa situazione si è fatto ricorso con successo al trapianto di isole di Langerhans, permettendo alle persone trattate di evitare assunzioni quotidiane di insulina, anche se questa terapia comporta la necessità di sottostare al trattamento con immunosoppressori per evitare sia il rigetto sia un nuova distruzione delle isole da parte del sistema immunitario.
Susan Bonner-Weir spiega che “Uno dei principali problemi del trapianto di isole di Langerhans è però che non ne abbiamo abbastanza e che durante il loro isolamento vanno incontro a processi traumatici.

Così molte isole non sono al massimo delle loro condizioni una volta che sono state isolate”

La ricerca contraddice uno studio precedente del 2004 condotto da Douglas Melton e collaboratori ad Harvard dal quale sembrava risultare che dopo la nascita le cellule beta non si formino più da cellule progenitrici e possano ottenersi solo per divisione cellulare da cellule beta presistenti ma già nel 2007 uno studio condotto da Xiaobo Xu della Vrije Universiteit di Bruxelles, in Belgio, aveva mostrato come fosse comunque possibile rinvenire alcune rare cellule progenitrici delle cellule beta nel pancreas adulto, ma non era stato in grado di individuarne la fonte.

Grazie alla ricerca guidata dalla Bonner-Weir si sa ora che la fonte di queste cellule progenitrici è il dotto pancreatico e che questa popolazione di cellule può esser fatta differenziare non solo in cellule produttrici di insulina, ma anche in cellule acinari, una scoperta che in prospettiva potrebbe avere ricadute nella terapia del cancro del pancreas.

La Bonner-Weir conclude “I nostri dati forniscono forti conferme all’idea di un’origine comune delle cellule del dotto, acinari e delle isole di Langerhans, dopo la nascita, anche nell’adulto. Ciò significa che c’è una popolazione di cellule che può essere stimolata a differenziarsi in nuove isole di Langerhans”.

La metodica, per ora attuata a livello sperimentale, potrebbe rappresentare una approccio terapeutico del tutto innovativo.

da Molecularlab.it