Le immersioni “terapeutiche” per battere i limiti del diabete
Con il diabete si può vivere in maniera normale e addirittura ‘senza limiti’. L’ha dimostrato da tempo con le sue imprese Monica Priore, una giovane atleta, diabetica dall’età di cinque anni, che ha già al suo attivo la traversata a nuoto dello stretto di Messina e della Capri-Meta di Sorrento. Ma in questi giorni, si è infranto anche un altro tabù ‘acquatico’, quello che preclude le attività subacque alle persone con diabete e il 3 maggio 2011 in uno studio notarile di Milano si è formalmente costituita l’associazione “Diabete Sommerso”.
Fino ad oggi l’aggettivo ‘sommerso’ affiancato alla parola ‘diabete’ si riferiva allo sconcertante numero di persone affette da diabete – solo in Italia potrebbero essere oltre un milione e mezzo – ignare di esserlo e dunque indifese e inermi nei confronti di questa condizione. Ma in questo caso ‘sommerso’ ha tutt’altro significato. Nel grigiore austero di quello studio notarile si è infatti dato avvio a una sorta di rivoluzione, abbattendo l’ennesima barriera che rende così difficile da parte delle persone, in particolare dei ragazzi, convivere con il diabete.
“Scopo dell’associazione ‘Diabete Sommerso’ – dice il professor Matteo Bonomo, responsabile della Diabetologia dell’ospedale Niguarda di Milano – è promuovere il miglioramento della qualità di vita delle persone con diabete, grazie alla diffusione e alla pratica delle attività subacquee. L’associazione si propone di portare le persone con diabete a immergersi in condizioni di sicurezza, grazie ad un’attività di formazione che integra la didattica dei corsi diving tradizionali, con temi specificamente legati al diabete. Ulteriore obiettivo di questa Associazione è di mettere in discussione la tradizionale preclusione verso lo Scuba da sempre presente in ambito specialistico; come per altre attività sportive complesse e impegnative, il diabete infatti non dovrebbe costituire un criterio di esclusione a priori”.
Questa rivoluzione, che forse non riguarderà un gran numero di persone, ma che di certo ha un valore simbolico enorme per i ragazzi affetti dal diabete, è partita nel 2004 grazie all’iniziativa del Centro di diabetologia dell’ospedale Niguarda Cà Granda, in stretta collaborazione con l’associazione Diabetici della provincia di Milano e con una équipe di istruttori subacquei milanesi.
Andare sott’acqua giova enormemente all’autostima dei ragazzi con diabete, modifica completamente il loro modo di percepire la malattia e di affrontare la giornata. Ciò che fino a ieri veniva precluso, nella convinzione che il diabete fosse ‘malattia’, e come tale non compatibile con le attività subacque, può diventare, quasi paradossalmente, uno strumento per far sì che le persone con diabete si sentano ‘non malate’. Così, dal 2004 ad oggi, hanno ottenuto il brevetto di sub 50 persone con diabete.
“In questi anni – spiega il professor Bonomo – abbiamo constatato che questo tipo di attività porta col tempo a mutare l’atteggiamento di questi ragazzi nei confronti del diabete e della sua gestione, con importanti ricadute sull’andamento clinico e sull’evoluzione a distanza ma, fatto ancora più importante, sulla qualità di vita dei giovani protagonisti. Per ciò che riguarda la sicurezza possiamo affermare che i protocolli sviluppati, ovvero i comportamenti in termini di gestione della terapia del diabete, se rispettati scrupolosamente, consentono di immergersi in tutta sicurezza. In altre parole i rischi tra una persona con diabete e una senza, rispettando delle semplici regole, sono gli stessi”.
Dal 2010 il progetto ‘Diabete Sommerso’ ha travalicato i confini della Lombardia, andando a fare proseliti a Numana, sul Monte Conero, e a Ravenna. L’associazione Diabete Sommerso è presieduta da Alessandro Marroni, medico e presidente del Diving alert network Europe (Dan). Il Dan, oltre a garantire una rete medica assistenziale 24 ore al giorno per chi svolge attività subacquee, promuove la sicurezza delle attività stesse anche attraverso ricerca e formazione. Dell’associazione fanno parte, oltre alle persone con diabete che per prime hanno ottenuto il brevetto, gli istruttori dei diving center e delle didattiche subacquee che si sono cimentati in questa sfida nonché Umberto Valentini, presidente di Diabete Italia, a testimonianza del valore sociale che questa iniziativa riveste. Al momento i corsi di diving aperti alle persone con diabete sono a Milano, Ancona e Ravenna.