Le malattie autoimmuni aumentano il rischio di demenza
Un nuovo studio, pubblicato online sul “Journal of Epidemiology & Community Health”, fornisce ulteriori elementi che evidenziano un collegamento tra le malattie autoimmuni e la demenza, tra cui il morbo di Alzheimer (AD), ma soprattutto la demenza vascolare.
In particolare, i ricercatori – coordinati da Michael J. Goldacre, professore emerito professore di Sanità pubblica all’Università di Oxford (UK) – hanno dimostrato che, rispetto a, un gruppo controllo ricoverato per altri motivi, i pazienti ospedalizzati affetti da una malattia autoimmune hanno maggiori probabilità di essere in seguito ricoverati per demenza.
Si tratta di uno studio epidemiologico che, utilizzando la potenza dei grandi numeri per validare un’ipotesi -cioè che l’AD possa avere una componente autoimmune – ha confermato tale tesi in termini epidemiologici e demografici, spiegano gli autori.
Goldacre e colleghi sostengono che sia importante per i medici essere consapevoli che i loro pazienti affetti da sclerosi multipla, diabete di tipo 1, artrite reumatoide o altri disturbi autoimmuni possono avere un aumentato rischio di demenza.
Esaminate 25 patologie, rischio aumentato del 20%
I ricercatori hanno utilizzato l’Hospital Episode Statistics database, che include informazioni cliniche, demografiche e amministrative sui ricoveri ospedalieri (compresi i day hospital) in Inghilterra. Hanno costruito coorti retrospettive di pazienti ricoverati in ospedale con una serie di malattie autoimmuni e li hanno seguiti per vedere quali pazienti in seguito fossero stati ammessi con una segnalazione di demenza riportata in cartella clinica.
Le 25 malattie della lista per la valutazione comprendevano comuni patologie croniche per le quali è accertata una componente autoimmune. L’elenco non includeva il diabete di tipo 1 perché lo stesso team di studiosi aveva già pubblicato un articolo che collegava il diabete con una successiva insorgenza di demenza. Goldacre e colleghi hanno anche costruito una coorte di controllo di pazienti ospedalizzati con varie altre condizioni mediche e chirurgiche e lesioni.
Tra il 1998 e il 2012, sono state ricoverate in ospedale oltre 1,8 milioni di persone con una malattia autoimmune. La numerosità dei diversi gruppi autoimmuni variava da 1.019 per la sindrome di Goodpasture (in cui gli anticorpi attaccano i polmoni e reni) a 316.043 per l’artrite reumatoide (RA). Nella coorte di controllo sono stati inclusi circa 7 milioni di persone.
La coorte con malattia autoimmune che al termine ha fatto registrare il maggior numero di casi di demenza (48.146) è stato il mixedema (ipotiroidismo), una condizione abbastanza comune nelle persone anziane, in particolare nelle donne, osservano gli autori.
In generale, i pazienti ricoverati in ospedale con una malattia autoimmune hanno avuto una probabilità del 20% superiore di avere un ricovero successivo per demenza rispetto a quelli senza ammissione per una malattia autoimmune (rate ratio aggiustato [RR]: 1,20). Delle 25 malattie studiate, 18 hanno mostrato una significativa associazione positiva alla demenza (P inferiore a 0,05, con 14 significative con p inferiore a 0,001), tra cui la sclerosi multipla (RR: 1,97), la psoriasi (RR: 1,29) e il lupus eritematoso sistemico (RR: 1,46).
Anche se significative, le dimensioni dell’effetto sono apparse piccole. I rischi, specificano gli autori, iniziano ad apparire importanti a livello di singolo paziente quando il rischio è all’incirca raddoppiato. In particolare, i ricercatori hanno trovato differenze notevoli nei RR per demenza dopo aver escluso i casi di demenza registrati entro un anno l’ammissione per malattia autoimmune. Ciò – spiegano – suggerisce che la diagnosi di demenza non era il risultato dell’essere ammessi subito dopo un ricovero per una malattia autoimmune.
Supporto all’ipotesi per cui i FANS proteggono dall’Alzheimer
Gli scienziato hanno allora suddiviso i pazienti ricoverati con un segnalazione di demenza tra pazienti con AD e con demenza vascolare. Su 81,502 persone con malattia autoimmune e demenza, 20.032 avevano un’AD e 22.536 una demenza vascolare. Il rischio di demenza vascolare dopo un ricovero per malattia autoimmune è stato superiore (RR: 1,28; 95% CI, 1,26-1,31) rispetto al rischio di AD (RR: 1,06).
«Probabilmente queste malattie autoimmuni sono esse stesse condizioni che predispongono alla malattia vascolare aterosclerotica» affermano gli autori. Alcune malattie autoimmuni sono risultate associate a un elevato rischio per futura demenza vascolare ma non per AD. Per esempio nel caso dell’AR, il RR per demenza vascolare era 1,16 mentre per AD era 0,89.
La scoperta contribuisce a sostenere l’ipotesi che i farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS) sono protettivi contro l’AD. «I pazienti con AR di solito assumono FANS per gestire la loro condizione, per cui se l’AR è almeno in parte un motivo per l’uso di FANS, la vera associazione può essere tra uso di FANS e un ridotto rischio di AD» scrivono gli autori.
G.O.
Bibliografia:
Wotton CJ, Goldacre MJ. Associations between specific autoimmune diseases and subsequent dementia: retrospective record-linkage cohort study, UK. J Epidemiol Community Health, 2017 Mar 1. [Epub ahead of print]
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