L’Europa cerca un dispositivo che aiuti a dosare gli immunosoppressori
Il dosaggio, e dunque la misura continua di livelli di farmaci e metaboliti nel sangue, è tra le cose più importanti affinché una qualsiasi terapia funzioni, sia che si voglia curare una patologia polmonare, che si voglia trattare un paziente psichiatrico, o che si voglia prevenire una complicazione di un trapianto o di un’operazione. Proprio per sviluppare un dispositivo biomedico POCT , ovvero point-of-care, portatile e comodo per controllare i livelli di farmaci nell’organismo, è partito il progetto europeo NANODEM – Nanophotonic device for multiple therapeutic drug monitoring, che vede l’Istituto di Fisica Applicata del CNR come centro di ricerca capofila, e un altro istituto del CNR, l’Istituto per il Rilevamento Elettromagnetico dell’Ambiente, coinvolto.
Il progetto è partito a ottobre e l’evento di lancio ha visto la partecipazione di tutti i partner coinvolti nel progetto: tre Università tedesche (le università di Tübingen, Monaco e Stoccarda), una spagnola (Università Complutense di Madrid), un istituto di ricerca portoghese (Microsystems and Nanotechnologies – INESC) e 3 industrie (Datamed, Milano; Probe Scientific, Coventry, Gran Bretagna e Microfluidic ChipShop, Jena, Germania).
Il progetto, della durata di 4 anni, ha l’obiettivo di realizzare un dispositivo biomedico capace ad esempio di misurare la concentrazione di farmaci che possono avere gravi effetti collaterali. O anche – ancor più nello specifico – di valutare la quantità di immunosoppressori nel sangue in pazienti trapiantati, sia nella fase immediatamente successiva al trapianto che in una situazione a regime, in modo da determinarne più facilmente e comodamente il corretto dosaggio.
Questo tipo di farmaci, infatti, funziona in un range terapeutico di posologia piuttosto ridotto, ma che può presentare una grande variabilità tra diversi pazienti. Inoltre, i pazienti che hanno subito trapianto devono essere tenuti sotto controllo per tutta la vita, per ridurre al massimo eventi avversi.
Il dispositivo sotto sviluppo prevede l’utilizzo di un catetere intravascolare da microdialisi in grado di estrarre continuamente dal sangue del paziente un campione sul quale verranno misurati on-line gli immunosoppressori di interesse (ciclosporina, tacrolimus, sirolimus, everolimus, acido micofenolico). Il cuore del dispositivo sarà un biochip che utilizzerà i nuovi sviluppi nel settore delle nanotecnologie per convertire le variazione di concentrazione degli analiti in segnali ottici rivelabili e per effettuare una determinazione multipla dei diversi immunosoppressori.