Linagliptin: confermata l’efficacia a due anni
Boehringer Ingelheim ed Eli Lilly and Company hanno annunciato i risultati di uno studio di Fase III della durata di 2 anni sull’inibitore della DPP-4 linagliptin che mostrano riduzioni significative e durature della glicemia in soggetti adulti con diabete di tipo 2.
Lo studio è stato presentato nel corso del 47° congresso annuale dell’Associazione Europea per lo Studio del Diabete conclusosi lo scorso 16 settembre a Lisbona.
Il trial ha dimostrato l’efficacia e la tollerabilità di linagliptin in somministrazione orale sia in monoterapia, sia in duplice (associato a metformina o in associazione iniziale con pioglitazone) che in triplice terapia (associato a metformina e sulfanilurea) per un periodo di 102 settimane. In particolare è emersa una riduzione dello 0,8 per cento dei livelli di emoglobina glicata A1c dopo 24 settimane. Risultati che si sono mantenuti nelle ulteriori 78 settimane. Inoltre, la percentuale di eventi ipoglicemici è stata bassa e non si sono verificate alterazioni del peso corporeo.
“Questi risultati dimostrano che l’efficacia clinica di linagliptin è affidabile, significativa e duratura. Aspetto, questo, particolarmente importante per le patologie croniche quale il diabete di tipo 2”, ha commentato David Owens, professore della Divisione di Medicina dell’Istituto di Medicina dell’Università di Cardiff, Regno Unito.
Un ulteriore studio di 12 settimane presentato nel corso del congresso ha mostrato l’efficacia e la tollerabilità di linagliptin anche come terapia aggiuntiva a metformina. In questo studio, pazienti con diabete di tipo 2 con glicemia non controllata con metformina due volte al giorno sono stati randomizzati per ricevere linagliptin 2,5 mg due volte al giorno o linagliptin nel dosaggio approvato di 5 mg in monosomministrazione giornaliera. I risultati hanno mostrato riduzioni dei valori di HbA1c rettificate per placebo comparabili (0,74 % e 0,8%).
“Linagliptin è un nuovo farmaco che viene escreto principalmente per via biliare e intestinale (non metabolizzato), pertanto riduce con un unico dosaggio i valori di HbA1c in modo affidabile in tutti i pazienti adulti affetti da diabete di tipo 2, anche quelli con funzionalità renale o epatica compromessa”, ha concluso Anthony Barnett, professore emerito di Medicina dell’Università di Birmingham, Regno Unito. “Il dosaggio unico per tutti i pazienti semplificherà e agevolerà notevolmente gli specialisti nella prescrizione terapeutica”.