L’ipoglicemia aumenta il rischio di eventi cardiovascolari nei pazienti trattati con insulina
I pazienti diabetici trattati con insulina che hanno episodi ipoglicemici hanno anche più probabilità di andare incontro a eventi cardiovascolari e di morire per una qualsiasi causa, indipendentemente dal fatto che abbiano un diabete di tipo 1 o di tipo 2. Inoltre, l‘associazione tra ipoglicemia ed eventi avversi cardiovascolari permane per un lungo periodo. A suggerirlo sono i risultati di uno studio pubblicato da poco su Diabetes Care.
“Questo è uno dei primi studi a evidenziare tale aumento del rischio di eventi cardiovascolari e di decesso nelle persone con diabete sia di tipo 1 e di tipo 2. I rischi sono molto significativi ed è necessario identificare precocemente questi pazienti, al fine mettere in atto strategie volte a ridurre il rischio di ipoglicemia” ha affermato il primo autore dello studio, Kamlesh Khunti, dell’Università di Leicester.
Inoltre, scrivono Khunti e i colleghi, i risultati confermano quelli dello studio ACCORD, effettuato su pazienti con diabete di tipo 2, e vanno ad aggiungersi alle evidenze a favore di un legame tra ipoglicemia ed eventi cardiovascolari anche nei pazienti con diabete di tipo 1.
“I nuovi dati aiuteranno i medici, gli operatori sanitari e ai pazienti a migliorare la gestione della glicemia e a ridurre le complicanze di questa malattia complessa” ha detto l’autore senior del lavoro, Sanjay Paul, del QIMR Berghofer Medical Research Institute di Brisbane, in un’intervista.
“Il gran numero di pazienti che necessitano di terapia insulinica significa che anche un piccolo aumento del rischio potrebbe avere importanti implicazioni cliniche e di salute pubblica” ha aggiunto Paul. “Sia i pazienti sia gli operatori sanitari devono essere consapevoli del fatto che il non riuscire a gestire correttamente il diabete può causare malattie cardiovascolari potenzialmente fatali”.
Per arrivare alle loro conclusioni, Khunti, Paul e gli altri autori hanno effettuato uno studio di coorte retrospettivo utilizzando i dati del database Clinical Practice Research Datalink, contenente le cartelle cliniche di medici di base che hanno in carico circa il 5% della popolazione del Regno Unito.
I ricercatori hanno effettuato un’analisi retrospettiva valutando 265.868 pazienti trattati con insulina al di sopra dei 30 anni, inseriti nel database, ai quali era stato diagnosticato il diabete tra il 2001 e il 2007. In questo campione, sono stati valutati 3260 soggetti con diabete di tipo 1 (il 56% uomini) e 10.422 con diabete di tipo 2 (di cui il 56% donne). I loro dati sono stati incrociati con quelli dell’Hospital Episode Statistics database, in cui sono registrati nel dettaglio tutti i ricoveri in ospedale, le visite ambulatoriali e gli accessi in pronto soccorso negli ospedali del National Health Service del Regno Unito.
L’11% dei pazienti con diabete tipo 1 e il 14% di quelli con diabete di tipo 2 aveva già una storia di malattia cardiovascolare (CVD) alle spalle.
Durante un follow-up mediano di 5 anni per i pazienti con diabete di tipo 1 e 4,8 anni per quelli con diabete di tipo 2, hanno avuto episodi ipoglicemici rispettivamente 573 e 1463 pazienti (il 18% e 14%, rispettivamente).
Tra i soggetti con diabete di tipo 1 che hanno avuto ipoglicemie, l’HR di eventi cardiovascolari è risultato pari a 1,51 (IC al 95% 0,83-2,75) nel sottogruppo che già aveva una storia di CVD prima della data indice e 1,61 (IC al 95% 1,17-2,22) in quello che non l’aveva rispetto ai soggetti che non hanno avuto ipoglicemie; nei pazienti con diabete di tipo 2, invece, l’HR è risultato pari a rispettivamente 1,6 (IC al 95% 1,21-2,12) e 1,49 (IC al 95% 1,23-1,82).
Per quanto riguarda la mortalità per qualunque causa, nei pazienti con diabete di tipo 1 gli HR sono risultati rispettivamente pari a 1,98 (IC al 95% 1,25-3,17) e 2,03 (IC al 95% 1,66-2,47), mentre in quelli con diabete di tipo 2 pari rispettivamente a 1,74 (IC al 95% 1,39-2,18) e 2,48 (IC al 95% 2,21-2,79).
Il tempo mediano trascorso dal primo evento ipoglicemico al primo evento cardiovascolare è stato di 1,5 anni (IC al 95% 0,5-3,5 anni) per i pazienti con diabete di tipo 1 e 1,5 anni (IC al 95% 0.5-3 anni) per quelli con diabete di tipo 2.
“I risultati di quest’analisi retrospettiva di coorte dimostrano che, in una popolazione rappresentativa di quella nazionale, l’ipoglicemia è associata a un aumento del rischio di eventi cardiovascolari e di decesso nei pazienti con diabete di tipo 1 e di tipo 2 trattati con insulina” conludono i ricercatori.
Inoltre, aggiungono, “sulla base dei risultati della nostra analisi e degli studi pubblicati in precedenza, si consiglia di prestare particolare attenzione ai pazienti trattati con insulina che vanno incontro a episodi ipoglicemici – specie coloro che sono a rischio elevato di eventi cardiovascolari- e si dovrebbe fare ogni sforzo per ridurre l’incidenza di futuri episodi ipoglicemici”.
Paul ha detto di stare partecipando a uno studio in cui si utilizzano i dati provenienti da sistemi di monitoraggio continuo della glicemia per sviluppare un metodo statistico che permetta di prevedere l’ipoglicemia incipiente nei pazienti con diabete di tipo 1 e di tipo 2. Questo strumento, si spera, permetterà ai medici di prendere misure precauzionali adeguate quando trattano pazienti che hanno il diabete.
Alessandra Terzaghi
K. Khunti, et al. Hypoglycemia and Risk of Cardiovascular Disease and All-Cause Mortality in Insulin-Treated People With Type 1 and Type 2 Diabetes: A Cohort Study. Diabetes Care. 2014;doi: 10.2337/dc14-0920.
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da PHARMASTAR