Malattie autoimmuni. La protezione viene dalle viscere
La sclerosi multipla colpisce le donne due volte più che gli uomini. L’artrite reumatoide da tre a cinque volte di più le prime che i secondi. Il lupus eritematoso sistemico addirittura nove volte più le donne giovani che i coetanei maschi. Il perché non è chiaro. O almeno non lo era fino a oggi: uno studio appena pubblicato suScience, condotto dallo Hospital for Sick Children Research Institute di Toronto, dimostrerebbe infatti che – quantomeno nei topi – la differenza sarebbe nei diversi tipi di batteri che popolano le viscere a seconda del sesso.
Diversi mix di batteri risiedono nelle viscere di topi maschi e femmine. Tali batteri, a loro volta, influenzano la chimica dei corpi degli animali e, sembra, il rischio di autoimmunità.
In particolare il soggetto dello studio erano dei topi “modello” conosciuti come topi NOD (non-obese diabetic), ovvero cavie che pur non essendo obese sviluppano spontaneamente il diabete di tipo 1 quando il sistema immunitario distrugge le cellule del pancreas che producono insulina. Come succede per il diabete di tipo 2 negli esseri umani (ma non per il diabete di tipo 1, dove non ci sono differenze tra donne e uomini), le femmine di topo NOD sviluppano il diabete di tipo 1 due volte più degli uomini.
Per valutare da cosa dipendesse questa differenza, gli scienziati hanno allora pensato di effettuare diversi test sui batteri che si trovano nell’intestino delle cavie, scambiando la flora batterica di maschi e femmine, o eliminandola del tutto. In questo modo hanno scoperto che maschi e femmine della specie avevano diversi tipi di batteri nelle proprie viscere s che se questi si eliminavano completamente anche le differenze di genere sparivano.
Nello specifico, alterare la flora batterica nell’intestino dei topi aveva effetti diretti sui livelli di testosterone e di acidi grassi nel loro sangue, in altre parole scombinava la biochimica dell’organismo di questi piccoli roditori e la protezione dei topi maschi rispetto alle femmine dipendeva dalle oscillazioni del testosterone in risposta alle variazioni batteriche.
Ma cosa succedeva quando i batteri venivano scambiati tra topi di sessi diversi? Che anche l’immunità veniva scambiata: i topi femmina diventavano meno a rischio di sviluppare diabete, e i topi maschi di più.
E la flora batterica potrebbe avere la stessa importanza anche negli esseri umani. Quell’insieme di oltre 100 mila miliardi di batteri, funghi, protozoi e virus che popolano il nostro tubo digerente potrebbe dunque influenzare anche quanto siamo in salute. Alterare la flora batterica potrebbe dunque presto diventare un’opzione terapeutica per molte malattie, a partire da obesità e morbo di Crohn, passando per colite, asma, malattie cardiache, artrite e altro ancora.