Mari
Sono Maria Grazia, per tutti Mari, ho 39 anni, mi sono ammalata di diabete a 13 a causa di una varicella mal sfogata.
Il diabete per me non è mai stato un problema. Ci ho convissuto benissimo sin dall’inizio. Forse mi ha aiutata il fatto che quando mi sono ammalata ero proprio nell’età critica e “scema” delle ragazzine ed ero una pallina complessatissima. Ammalandomi di diabete ho perso 15 kg in un mese (è così che ce ne siamo accorti) e forse la contentezza per non essere più “cicciona” mi ha addolcito la pillola della malattia (beata incoscienza!!!!).
Ho cominciato da subito a fare le iniezioni di insulina da sola e ho sempre vissuto tranquillamente. Però il mio diabete è stato ballerino ed ingestibile sin dall’inizio. La diabetologa mi diceva:”vedrai che quando diventerai più adulta si regolarizzerà”, ma, ancora un mese prima del trapianto, c’erano alcune mattine che mi svegliavo con 400, 500 o valori di questo genere.
Dieci anni fa circa sono cominciate le prime complicanze, un principio di retinopatia, la creatinina ha cominciato a salire, quindi principio di insufficienza renale. Ho cominciato a seguire la terapia per l’nsufficienza renale con l’aceinibitore e per 8 anni è andato tutto bene, la situazione era stabile. Però ad un certo punto il potassio ha cominciato a salire pericolosamente per cui l’aceinibitore che mi proteggeva i reni, mi è stato sospeso. Da lì è cominciato il tracollo. Potassio alto, fosforo alto, la pressione ingestibile, mi avranno cambiato tipo di terapia tremila volte. L’emoglobina che scendeva vertiginosamente perchè i miei reni non producevano più eritropoietina, per cui dovevo fare iniezioni anche per quel problema. Quando l’emoblobina mi scendeva non riuscivo nemmeno a muovere un passo. Facevo tre scalini e mi scoppiava il cuore nel petto. Nonostante tutto però non ho mai smesso di andare in ufficio, fare la mia vita normale, curare la mia casa. Insomma, come niente fosse, perchè sono la tua mente e la tua volontà che ti salvano.
A febbraio del 2006 ho conosciuto PER CASO, un nefrologo dell’ospedale S.Martino di Genova. Dopo i primi esami che mi ha fatto fare mi ha proposto il trapianto preventivo (io non ero in dialisi. Mi sono trapiantata con creatinina 2.9). Ho detto immediatamente SI, non mi sono presa nemmeno una notte per pensarci. Da lì è cominciato tutto il protocollo per poter entrare in lista attiva. Ho fatto 6 mesi in cui praticamente andavo a fare esami tutti i giorni. Mi hanno fatto QUALSIASI COSA, persino la visita dal podologo!!!
Il 18/12/2006 mi è arrivata la raccomandata a casa in cui mi comunicavano il mio ingresso in lista attiva. Il 18/06/2007, dopo 6 mesi esatti, mentre ero in ferie in Sardegna da 4 giorni, beatamente stesa sulla spiaggia, mi telefona il mio nefrologo e mi dice:”Mari, prendi il primo aereo. C’è un donatore compatibile con te”. Un’emozione del genere mai più la proverò per il resto dei miei giorni. Lì per lì ero quasi contrariata che mi facessero interrompere le ferie! Sono andata in albergo, ho fatto una doccia, preso 4 stracci, sono corsa in aeroporto e ho preso il primo aereo, che, botta di fortuna era in ritardo, e sono arrivata a Linate alle 23 circa. Lì c’era il 118 ad aspettarmi che mi ha portato a Genova al Centro Trapianti.
Il 19 mattina sono stata operata. L’intervento è durato circa nove ore. E’ andato tutto benissimo. Il rene ha cominciato a lavorare bene subito, il pancreas anche. Quando mi sono svegliata, a parte un gran mal di schiena e il fastidio di avere mille tubi addosso, mi sentivo “abbastanza” bene. Il 21 mattina è successo il dramma. Erano le cinque e ho cominciato ad avvertire un bruciore tremendo nel torace, come il fuoco. Ho chiamato subito e in pochi secondi si sono accorti di cosa si trattava. Emorragia interna. Il pancreas trapiantato si era staccato dall’arteria iliaca. Mi hanno presa per i capelli. Ancora 5 minuti e non mi sarei salvata.
Hanno individuato immediatamente il punto di sanguinamento e hanno suturato di nuovo il pancreas all’arteria. Era andato tutto bene, avevano già avvisato i miei che erano fuori che era tutto a posto. Tempo mezzora vado in arresto cardiaco. Mi hanno dovuto fare 5 defibrillazioni. Il mio cuore non ha battuto per 20 minuti. La mia fortuna è stata essere intubata ed in anestesia generale, anche se ancora non mi spiego come ho fatto a salvarmi senza aver riportato nessunissimo danno di alcun genere. La mano del Signore c’è stata di sicuro, oltre alla stra-bravura dei medici che non hanno mollato. Una volta tornata in rianimazione mi sono presa la polmonite con doppio versamento pleurico. Ho portato la maschera ossigeno fino a quando non mi hanno mandata in sub-intensiva.
Dopo 22 giorni finalmente sono ritornata a casa. E’ stato difficile tutto, imparare di nuovo a camminare, a mangiare, ad andare di corpo, abituarsi agli immunosoppressori che, fino a quando non ti trovano la dose esatta, ti fanno anche passare settimane con le coliche e la dissenteria perpetua, però se dovessero chiedermi qual’è stato il periodo più bello della mia vita direi senza ombra di dubbio: dal 19 giugno al 10 luglio 2007.
E’ stato come rinascere e, mentre mi trovavo a percorrere la salita più ripida della mia vita, tutto ciò che era importante davvero veniva a galla.
I valori veri, gli affetti veri! Mentre ero in rianimo attaccata alle macchine, pensavo alla mia vita, ad ogni singolo istante che avevo vissuto fino a quel momento.
Soffrivo da morire, ma mai come in quei momenti mi sono sentita una privilegiata.
Mai come in quei momenti ho sentito l’amore ed il calore dei miei affetti.
La ML è stata fondamentale per me e per la mia famiglia durante il periodo del trapianto! Meravigliosa famiglia della ML !
Ecco, l’aver scelto di non arrendermi al diabete e ad un futuro di dialisi e di dolore, ed aver rischiato per aprire la mia vita alla speranza, mi ha regalato molto di più di quanto mai avrei potuto sperare: i miei organi nuovi di questo angelo di 20 anni che i suoi meravigliosi genitori hanno consentito a donare, una vita nuova nel fisico, nell’anima e nella mente.
Non è la goduria di poter fare scorpacciate di dolci, quella è la minimissima parte! E’ avere davanti aperte mille opportunità che prima ti erano negate, poter riprogettare la vita da persona “sana”, sentirmi dire che posso avere un figlio!!!! E’ aver lottato e vinto sulla malattia, sulla sofferenza, sulla preoccupazione.
Io ora sto una meraviglia, i miei esami, a detta dei medici, sono da premio Oscar! Tutto è cambiato. Vedo la vita con occhi diversi.Tutto ha un peso differente. Voglio godermi ogni singolo instante di questa seconda possibilità che la vita mi ha regalato. Non capita a tutti e non la voglio sprecare. Non dirò più: poi lo faccio, o poi lo dico. Il poi non deve esistere. L’ho imparato a mie spese. Ero tranquilla nel mio letto e dopo 1 ora ero in sala operatoria a combattere con la morte.
Per cui concludo: non bisogna far MAI vincere il diabete. E’ la malattia più subdola e traditrice. Ti fa credere che ci puoi convivere e invece lavora sotto per metterti in ginocchio. Non è mai troppo tardi per pensare al trapianto, ma più ci si arriva forti e più aumentano le possibilità di successo.
Non mi stancherò mai di portare agli altri la mia esperienza di trapiantata e più ne parlo e più ripercorro certi passi più mi inorgoglisco di quello che ho fatto e di quello che ho avuto in dono.