M’impegnerò per far si che la mia quotidianità sembri serena.
Il mio esordio risale al 1991. Fu un ingresso plateale e burrascoso che tolse il sorriso di mia madre davanti alla quinta candelina di compleanno senza torta nella corsia dell’ospedale.
E tuttora è un ricordo vivo!
Nel frattempo ho lottato e combattuto battaglie… alcune da sola e altre in compagnia ma mai senza di lui.
Inutile negare che mi sono fatta male..non solo a me stessa… non solo nell’animo ma anche nel fisico.
Coloro che erano al mio fianco hanno tentato in punta di piedi e con tenacia in mezzo al frastuono di smuovere il meccanismo che ormai io avevo deciso si fosse rotto.
Grazie a loro, grazie a me stessa, oggi qualcosa è cambiato.
Ho impiegato anni e altrettanti ne sono passati.
Mi ritrovo ad abbracciare due creature che hanno gli occhi dell’amore tra me e il mio compagno.
Poi un giorno la loro nonna, mia madre, decide di passare del tempo con noi. Quel tempo che io con la mia patologia le ho rubato.
Con calma e circospezione arriva l’ipoglicemia, e questa volta è tutto sotto controllo.
Irrequiete e intense le parole di mia madre: “Mi ero dimenticata cosa volesse dire.”.
Silenzio.
M’impegnerò per far si che la mia quotidianità sia serena… per non dover smettere di giocare con i miei figli, per non dover smettere di baciare il mio compagno, per far trascorrere il tempo di mia madre senza preoccupazioni e senza tristi ricordi.
M’impegnerò per far si che la mia quotidianità sembri serena.
di Elisa Zanchi