Miscelare l’insulina
D: Salve mi chiamo L, sono una studentessa di medicina e chirurgia dell’università degli studi magna graecia di catanzaro in calabria.. qualche giorno fa durante il tirocinio mi è stata posta questa domanda perchè nell’iniettare una miscela di insulina ad un paziente affetto da diabete aspiriamo prima insulina rapida e poi l’intermedia? La pregherei di aiutarmi a risolvere questo quesito grazie |
R: cara L. questo si insegnava fino a circa 20 anni. Oggi non si miscela mai l’insulina come ti chiedono di fare. ciao D: carissimo Prof. la ringrazio di vero cuore per avermi risposto in maniera chiara ed esaustiva, lasciandomi però l’amoro in bocca nello scoprire che chi ci insegna o vorrebbe insegnare la scienza medica in realtà è rimasto fermo a circa 20 anni fa..e mi domando siamo medici in fomazione..ma che tipo di formazione? In ogni caso la curiosità per la quale 20 anni fà aspiravano prima la rapida e poi l’intermedia rimane… ho provato a fare una ricerca ma non sono riuscita a darmi nessuna risposta….biomolecolare! In ogni caso l’importate è essere venuti a conoscenza, grazie al suo aiuto, che ciò non si fà più.. Distinti saluti L. R: cara L. si aspirava sempre prima la rapida perchè c’era l’idea che si inquinasse di meno il 2° flacone (di NPH o lenta) se la prima era la rapida. Non l’ho mai capito perchè!!! ma ho capito una cosa più importante…ho visto che aspira, aspira, aspira, si “deprime” il flacone così che quando si entra nel flacone con siringa carica della 1° insulina la depressione fa cadere qualche goccia della 1° insulina nel flacone che alla fine di 10-20 giorni è “misto” di 1° e 2° insulina… allora consigliai di depressurizzare il flacone con un ago per equilibrare la pressione con quella atmosferica…si sentiva un sibilo!!! oggi tutto questo è storia: ci sono le penne con insulina premiscelata (che non dovrebbe essere usata, ma questo è un altro discorso) ma almeno le penne evitano quegli errori che un po’ in gretta ti ho raccontato. capisci che a quei tempi…5 poteva essere 3 o 8… ciao |
Prof. Geremia B. Bolli
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