MODIFICARE LE DIABETOLOGIE, se vogliamo seriamente le “Modifiche dello Stile di Vita nel Diabete”
Partecipato incontro sul tema, nella Casa dell’ADMS ONLUS in Via Mario Carboni 45/a, a Sassari. Gli intervenuti Giancarlo Tonolo responsabile della Diabetologia di Olbia, Antonello Carboni Medico diabetologo, Sara Cherchi Biologa Nutrizionista, Maria Chiara Depalmas Laureata in scienze motorie e Simona Serreri Psicologa Specialista in counseling nutrizionale.
Increduli i partecipanti al progetto, presentato da parte dei componenti il team che a Olbia hanno realizzato e stanno portando avanti un protocollo di cambiamento dello stile di vita nel paziente con Diabete 2.
“e del modo diverso di fare diabetologia”
Nonostante i progressi ottenuti nella terapia farmacologia del diabete mellito, l’importanza di una corretta alimentazione associata ad una costante attività fisica ne rappresenta ancora oggi il cardine terapeutico, nonostante la difficoltà nel raggiungimento di risultati significativi. La dieta deve essere sempre adattata ai bisogni specifici dell’individuo, che possono anche cambiare nel tempo.
La terapia dietetica e l’attività fisica deve contribuire ad ottimizzare il controllo glicemico, per la prevenzione delle complicanze microangiopatiche, con conseguente riduzione del rischio cardiovascolare; infatti le principali raccomandazioni ricalcano quelle indicate per la popolazione in generale per la prevenzione della cardiopatia ischemica.
Come è ben noto la stragrande maggioranza delle persone con diabete di tipo 2 presenta problemi di sovrappeso o di obesità; in queste persone la negativizzazione del bilancio energetico (riduzione delle entrate ed aumento delle uscite) e quindi la conseguente perdita di peso rappresenta l’aspetto più importante della terapia dietetica.
Negli ultimi anni diversi studi hanno dimostrato che anche modeste perdite di peso, intorno al 5-10 % del peso iniziale, si accompagnano a sensibile riduzione del livello della glicemia, perché migliora la sensibilità periferica all’insulina e si riduce la produzione epatica di glucosio.
La riduzione del peso corporeo porta, inoltre, ad un miglioramento di tutti i fattori di rischio cardiovascolare presenti nelle persone con diabete, in particolare l’iperlipidemia e l’ipertensione arteriosa, e ad una significativa riduzione del fabbisogno di farmaci ipoglicemizzanti.
Una volta ottenuto il calo ponderale è però essenziale cercare di prevenire il recupero del peso, motivando la persona ed associando sempre alle raccomandazioni riguardanti l’alimentazione quella di una regolare attività fisica.
La motivazione riveste un ruolo fondamentale nel cambiamento di abitudini e stili di vita. Qualsiasi intervento mirato, dunque, al cambiamento dello stile di vita deve valutare anche la motivazione di quella persona.
Per perdere peso non dobbiamo ricercare la dieta dimagrante miracolosa o il rimedio più in voga contro i kg di troppo, ma iniziare un percorso che ci porti gradualmente a cambiare quei comportamenti, quegli atteggiamenti, modi di pensare, abitudini che finora ci hanno portato ad avere dei kg di troppo e a mantenerli. Non, quindi, fare la dieta dimagrante fine a sé stessa, ma iniziare un percorso che ci porti ad imparare a mantenere un peso sano. La dieta fine a sé stessa non porta ad un cambiamento duraturo nel tempo: se oltre alla dieta non c’è un lavoro in cui la persona è guidata, supportata e aiutata da un team polispecialistico, difficilmente si può arrivare ad un vero Cambiamento e, anzi, la dieta può portare con sé dei possibili danni a livello biologico, comportamentale e psicologico.
Bisogna ricordare che accanto alla necessità di regolare l’introito calorico ( nutrizionista), il fare attività fisica adeguata ed idonea per il soggetto ( laureato in scienze motorie) ed il “regolare” la terapia farmacologica per il diabete ( diabetologo) sono aspetti fondamentali del processo a cui si deve aggiungere il raggiungimento di una convinzione alla necessità di cambiare stile di vita ( psicologo)
E’ importante valutare la motivazione della persona all’inizio del percorso e durante; questo perché è possibile che si modifichi nel tempo e l’intervento del team, composto da diabetologo, psicologo, nutrizionista e laureato in scienze motorie, deve essere mirato alla condizione della persona e al suo livello di motivazione.
Queste valutazioni vengono effettuate con l’utilizzo di specifici strumenti che aiutano il team a capire meglio la persona, ma aiutano anche quest’ultima ad aver
una maggior consapevolezza di sé e a valorizzare maggiormente il percorso che sta seguendo.
E’ un po’ come intraprendere un viaggio: senza una mappa difficilmente si sa da dove si parte, dove si deve arrivare e quale può essere la strada migliore per arrivarci! Le motivazioni sono la “molla” che ci spinge ad andare avanti e possono essere diverse per ognuno di noi: è per questo che è importante aver sempre ben chiare quali sono le proprie “molle” ed il ruolo del team è anche quello di aiutare a ritrovarle in quelle fasi dove gli ostacoli sembrano aver ridotto l’intensità della motivazione. Anche individuare gli ostacoli effettivi o possibili è una strategia fondamentale: se una persona si rivolge ad un team è perché finora ha trovato degli ostacoli che non le hanno permesso di riuscirci e questi ostacoli possono essere di infinite tipologie.
Individuarli, “studiarli” insieme al team permette alla persona di prenderne consapevolezza e di trovare delle possibili soluzioni per aggirarli.
Non perché il team abbia tutte le risposte pronte o sappia sempre cosa è giusto fare, ma perché vedendo la situazione dal di fuori può guidare la persona, aiutarla nel vedere soluzioni che prima non sembravano possibili.
Ecco quindi che intraprendere un percorso di modifica dello stile di vita non vuol dire semplicemente mettersi a dieta, ma iniziare un vero e proprio cammino di cambiamento, che deve tenere in considerazione tutti gli aspetti che fanno parte del mondo della persona, in questo percorso è indispensabile, LO RIPETIAMO, la presenza di un team composto da varie figure professionali ognuna con proprie competenze che lavorando in sintonia consentiranno alla persona il raggiungimento dello stato di salute ottimale.
Alla riunione è seguita una discussione molto approfondita durante la quale i componenti del team di Olbia hanno risposto alle numerose e opportune domande.
Cordiali saluti
Michele Calvisi
Sassari, 18 Febbraio 2013
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