Non sono un medico, ma dopo un’intera vita col diabete 1 “qualcosina” credo di saperla

Lettera ad Adriano Panzironi

Gentile Adriano Panzironi, la sua visibilità mediatica ha generato un tam-tam che sta echeggiando da giorni non solo nelle televisioni italiane ma anche in diversi siti che si occupano di medicina, nella fattispecie di diabete tipo1.
Colto dalla curiosità, quindi, ho iniziato a fare zapping su Youtube per vedere più da vicino ed in prima persona, le puntate registrate nello studio del Cerca Salute. Dopo aver preso velocemente visione della carrellata di testimoni che seguendo lo stile di vita “Life 120” avrebbero risolto i loro problemi, ho attenzionato l’ episodio del giovane Claudio che – secondo quanto raccontato da lui stesso e dal padre – sarebbe riuscito a fare regredire il suo diabete tipo1 ancora agli esordi, grazie ad una dieta completamente priva di CHO che, innescando un processo a catena, avrebbe permesso al giovane di ridurre l’ insulina – dalle 44 U iniziali al momento del ricovero alle 10 U somministrate dopo pochi mesi – fino ad un bisogno sempre più ridotto e alla successiva completa sospensione dell’ormone, compensata dall’avvenuto “ripristino” delle cellule Beta residue che – “stimolate” da un apporto minimo di insulina – si sarebbero rimesse a funzionare e, una volta ricostruite, avrebbero successivamente determinato una remissione spontanea e COMPLETA nel giovane Claudio.
Ovviamente la notizia mi ha “letteralmente” scosso perchè io sono diabetico dall’eta’ di 2 anni.
Premettendo che io non sono un medico – tuttavia dopo un’ intera vita col diabete tipo1, “qualcosina” in proposito credo di saperla – vorrei porLe una domanda per capire meglio il caso eclatante di Claudio che potrebbe davvero essere un nuovo trampolino di lancio nell’orizzonte diabetico.

DOMANDA: ” Come è possibile che un giovane diabetico tipo1 con recente esordio, abbia potuto sospendere COMPLETAMENTE la somministrazione di insulina, riuscendo al contempo a mantenere la funzionalità metabolica dell’organismo ed ottimali parametri glicemici, pur dovendo contare ormai, solo su una residua percentuale di cellule Beta sopravvissute inferiore al 20%, SENZA sviluppare chetoacidosi?
Sia io che Lei sappiamo benissimo infatti, che la remissione spontanea e completa con rispettiva ricostruzione delle cellule Beta, non potrebbe MAI avvenire IN SOLI 2 MESI DALL’ ESORDIO, quindi, ci sarà sicuramente stato un certo “lasso di tempo” in cui nel giovane Claudio, privo di insulina, la sola residua e ormai purtroppo ESIGUA funzionalità delle cellule Beta “avrebbe da sola?” sopperito alla mancata somministrazione insulinica in maniera – sufficiente? – da poter mantenere una – NON LIMITATA??? – funzionalità metabolica ESSENZIALE in un giovane 17enne in pieno sviluppo fisico e che gioca a calcio? 
In tutto questo, mi chiedo, avrebbe giocato un ruolo determinante, deus ex machina, lo stile di vita Life 120 che… con una “totale esclusione” di CHO ( ???!!!! ) dalla dieta di un giovane 17enne sportivo, avrebbe quindi permesso di abbassare il livello glicemico nel sangue fino a non dover piu’ necessitare dell’ uso di insulina? 
Ma… stiamo parlando di diabete tipo1 o di diabete tipo2??? Mi sento, a dire il vero, un po’ confuso!
La medicina “ufficiale” ci insegna, Lei concorderà sicuramente, che il nostro corpo NECESSITA di CHO che sono la principale fonte di energia per i nostri muscoli – senza si va immancabilmente in chetoacidosi – ed inoltre che il diabete tipo1 NON e’ causato da un’ introduzione eccessiva di CHO, quanto dalla CARENZA dell’ormone insulinico che come unica chiave di veicolo e trasporto del glucosio nei muscoli e negli organi, venendo a mancare, causa quindi un “surplus” di zuccheri nel sangue. 
Anche rimanendo a completo digiuno.
Si immagini che io, al mio esordio avvenuto all’ eta’ di 2 anni, bevevo solo il latte dal seno di mia madre, o al massimo da un biberon.

Fiducioso in una sua eventuale risposta, passo a salutarLa ben distintamente.

 

Orazio Greco