Nuove linee guida ADA, nel diabete di tipo 2 va considerata la terapia di combinazione precoce

La linee guida cliniche 2020 dell’American Diabetes Association (ADA) sottolineano l’importanza di considerare la terapia di combinazione precoce in alcuni pazienti con diabete di tipo 2, quando il trattamento di prima linea non è sufficiente a raggiungere il target glicemico o in caso di comorbidità.
«Anche se la metformina e il cambiamento dello stile di vita terapeutico rimangono lo standard di trattamento nei casi di diabete di nuova insorgenza, bisognerebbe prendere in considerazione la terapia di combinazione iniziale nei pazienti che presentano livelli di emoglobina glicata (HbA1c) superiori al target di 1,5-2 punti percentuali, dal momento che la maggior parte dei farmaci in monoterapia è in grado di ridurre la HbA1c di oltre 1 punto percentuale» hanno scritto il primo autore dell’aggiornamento Kacie Doyle-Delgado del St. Mark’s Hospital e del St. Mark’s Diabetes Center, a Salt Lake City e colleghi.

In un articolo pubblicato sulla rivista Annals of Internal Medicine, i membri dell’ADA’s Professional Practice Committee hanno riassunto le nuove raccomandazioni dell’American Diabetes Association relative alla gestione farmacologica del diabete di tipo 2, aggiornate sulla base delle evidenze emerse dai recenti trial di grandi dimensioni sugli esiti cardiovascolari e renali.

Raccomandazioni aggiornate
Secondo le linee guida aggiornate, la metformina si conferma l’agente farmacologico iniziale di prima linea per il trattamento del diabete di tipo 2, ma in alcuni pazienti la terapia di associazione precoce dovrebbe essere considerata sin da subito, come strategia per aumentare il tempo al fallimento del trattamento.

Il comitato consiglia di prendere in considerazione l’introduzione precoce di insulina nei pazienti che hanno evidenza di attività catabolica (perdita di peso), sintomi di iperglicemia o livelli molto elevati di HbA1c (>10%) o glicemia (16,7 mmol/l, 300 mg/dl o superiore), preferendo però gli agonisti del GLP-1 quando possibile.

Per i pazienti che hanno una malattia cardiovascolare aterosclerotica accertata o indicatori di alto rischio, malattia renale accertata o insufficienza cardiaca, si raccomanda un analogo del GLP-1 o un SGLT2 inibitore con un beneficio dimostrato per la malattia cardiovascolare.

Nel caso di un paziente con insufficienza cardiaca o malattia renale cronica, si raccomanda un inibitore SGLT2 o, se non fosse possibile, un GLP-1 agonista.

La scelta del trattamento dovrebbe essere basata su fattori individuali del paziente, come condizioni di comorbidità cardiovascolare, rischio di ipoglicemia, impatto sul peso, costo, rischio di effetti collaterali e preferenze del paziente, hanno affermato gli autori. I regimi terapeutici e l’aderenza al trattamento dovrebbero essere rivalutati ogni tre/sei mesi e adeguati secondo necessità, così da incorporare questi fattori che influenzano la scelta della terapia.

Sebbene le raccomandazioni siano concentrate sui trattamenti farmacologici, viene comunque sottolineato che il cardine del trattamento iniziale del diabete di tipo 2 include il cambiamento dello stile di vita terapeutico. Le linee guida forniscono anche algoritmi dettagliati per l’approccio globale ai farmaci ipoglicemizzanti e per l’intensificazione delle terapie iniettabili.

Bibliografia

Kacie Doyle-Delgado et al. Pharmacologic Approaches to Glycemic Treatment of Type 2 Diabetes: Synopsis of the 2020 American Diabetes Association’s Standards of Medical Care in Diabetes Clinical Guideline. Ann Intern Med. 2020 Sep 1.

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da PHARMASTAR