Nuovo accordo di Sanofi nel diabete, affare da $1,7 mld
Sanofi si è scatenata e dopo l’accordo di ieri per comprarsi un nuovo GLP-1 a somministrazione mensile, oggi ha siglato un accordo per acquisire da Lexicon Pharmaceuticals la licenza per i diritti globali sull’antidiabete sperimentale sotagliflozin. L’affare, se tutto andrà bene, potrebbe avere un valore massimo di $ 1,7 miliardi.
In base all’accordo, Sanofi farà un pagamento anticipato di $ 300 milioni, e altri successivi fino a $ 1,4 miliardi di dollari al superamento di milestones cliniche e regolatorie, nonché riconoscerà a Lexicon Pharmaceuticals, royalties a due cifre (cioè oltre il 10%) sulle vendite nette.
Noto anche con la sigla LX421, sotagliflozin è un inibitore dei cotrasportatori del sodio glucosio di tipo 1 e di tipo 2 (SGLT1 e SGLT2). A differenza degli inibitori del solo SGLT2, sotagliflozin inibisce sia l’SGLT2 nel rene sia l’SGLT1 nel tratto gastrointestinale.
In presenza di insufficienza renale, la differenza può essere rilevante, perché i pazienti con insufficienza renale moderata o grave non riescono a eliminare molto glucosio nelle urine. Questo è il motivo per cui gli inibitori selettivi dell’SGLT2 hanno dimostrato un’efficacia limitata nel controllo glicemico in questi pazienti.
Attualmente è allo studio in due trial clinici pivotal di fase III nel diabete di tipo 1. I risultati topo line saranno disponibili verso la metà del 2016.Nel frattempo, studi in fase avanzata in diabete di tipo 2 sono previste per il prossimo anno.
Il diabete, per Sanofi un’area sotto pressione
Gli accordi di ieri e di oggi testimoniano che Sanofi sta facendo di tutto per invertire il trend negativo dei suoi farmaci antidiabete, Lantus in primis. Nell’ultimo trimestre le vendite di Lantus globalmente sono scese del 10,8% ma del 19% in Usa a causa della lotta sui prezzi in atto con Novo.
Il farmaco è sotto attacco su due fronti. Dal basso, dai generici dell’insulina, quello di Lilly in primis, per ora lanciato solo in alcuni paesi europei ma che tra non molto potrebbe arrivare anche in Usa. Il biosimilare di Lilly nel Regno Unito costa il 15% in meno dell’originale. A ciò si aggiunge la competizine commerciale, specie con Novo, per accaparrarsi a suon di sconti le quote di mercato delle assicurazioni americane.
Dall’alto, il farmaco di Sanofi è in competizione con Tresiba la nuova insulina di Novo a lunga durata di azione e a bassa incidenza di ipoglicemie.
In più c’è un trend di mercato molto favorevole agli SGLT, che potrebbe indebolire le vendite globali di insuline, soprattutto nei paesi più avanzati.
Nell’ultimo trimestre, le vendite dei prodotti di Sanofi per il diabete sono crollate del 16,4% negli Stati Uniti (1,075 miliardi) e dello 0,3% a 296 milioni in Europa, mentre sono cresciute del 15,5% a 373 milioni nei mercati emergenti. E il trend di questa categoria di prodotti, che rappresenta quasi il 20% delle vendite di Sanofi, è previsto in declino tra il 4% e l’8% l’anno nel periodo 2015-2018.
Sanofi punta le sue carte sulla nuova insulina Toujeo, che per ora ha il 14% delle nuove prescrizioni in Usa. Toujeo è una soluzione iniettabile per mono somministrazione giornaliera da 300 unità/ml che ha dimostrato di esercitare un controllo glicemico più stabile e prolungato di 24 ore rispetto alla formulazione Lantus da 100 unità/ml e che assicura una bassa variabilità della glicemia a livello individuale e nell’arco della giornata. Il suo deposito sottocutaneo denso porta a profili PK/PD (farmacocinetica/farmacodinamica) più stabili e più duraturi.
Gli accordi di ieri, per portarsi a casa efpeglenatide un GLP-1 agonista a somministrazione mensile e di oggi, per acquisire sotagliflozin un l’SGLT2 innovativo, a doppio bersaglio, sono il segno che Sanofi intende giocarsela tutta ed entrare anche in nuovi territori per la cura del diabete. Per spuntare prezzi alti e rimanere competitivi bisogna innovare, e Sanofi punta proprio all’innovazione.
Danilo Magliano