Nuovo servizio di diagnosi del diabete monogenico
L’Unità di Diabetologia del presidio di Monserrato dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Cagliari ha attivato il servizio di diagnosi molecolare del diabete monogenico, noto anche come MODY (o diabete dell’adulto ad insorgenza giovanile). Il servizio, attivo dal mese di marzo, è disponibile grazie ad un finanziamento della Regione Sardegna, nell’ambito dei programmi di ricerca finalizzata. La diagnosi consiste nell’analisi di un campione di DNA, ottenuto da un comune prelievo di sangue, e, con tecniche di biologia molecolare, viene ricercata la mutazione in uno dei geni responsabili delle forme di MODY più frequenti. Nella fase di sperimentazione sono già state diagnosticate alcune famiglie con MODY, permettendo di modificare la terapia, sostituendola con una adatta al loro diabete.
L’attività della struttura, diretta dal prof. Marco Baroni, rientra nelle iniziative che l’Azienda Ospedaliero-Universitaria sta portando avanti per realizzare l’obiettivo dell’integrazione tra assistenza, formazione e ricerca.
Che cos’è il MODY
Il diabete monogenico risulta dall’avere ereditato una o più mutazioni in un singolo gene. Il MODYcostituisce una delle forme più importanti di diabete da causa genetica nota. La sua prevalenza nell’ambito di tutte le forme di diabete è stimata essere intorno al 5%, rappresentando quindi una parte importante dei pazienti diabetici. In Sardegna non esistono dati di prevalenza ed incidenza disponibili, ma in base alle stime si presume che ci possano essere 2000-3000 casi di diabete di tipo MODY.
Questa forma di diabete, che insorge di solito prima dei 25 anni, ha le caratteristiche del diabete di tipo 2 dell’adulto. In genere la malattia è presente in uno dei genitori e dei nonni, che a volte ricordano di averlo avuto precocemente (spesso in corso di gravidanza). Sono attualmente conosciute 6 forme di MODY causate da mutazioni di geni differenti, che sono espressi tutti nelle ß-cellule pancreatiche (MODY 1, MODY 2, MODY 3, MODY 4, MODY 5, MODY 6), ma il maggior numero di pazienti descritti (75-90%) appartiene alle classi MODY 2 e MODY 3, clinicamente differenti tra loro. Tutti i geni responsabili del MODY determinano una riduzione della secrezione di insulina da parte del pancreas, con conseguente peggioramento del controllo della glicemia.
In Italia il MODY 2 ha una frequenza del 35-40% ed è caratterizzato da alterazioni del gene della glucochinasi (GCK), che esitano dal punto di vista clinico in una riduzione del 60% della secrezione insulinica indotta dal glucosio..I pazienti con MODY 2 hanno una forma lieve di diabete mellito, controllabile con dieta ed esercizio fisico o con l’aggiunta di anti-diabetici orali. I pazienti con MODY 2 sono asintomatici per lunghi periodi di tempo, sebbene alterazioni glicemiche siano evidenziabili già in età pediatrica. Spesso la diagnosi viene eseguita in gravidanza.
Il MODY 3 ha una frequenza del 20-30% ed è legato ad alterazioni di un fattore di trascrizione che si lega al promotore del gene dell’insulina regolandone la trascrizione. I pazienti con MODY 3 non sono in grado di aumentare la secrezione insulinica in risposta all’aumento della glicemia . La gravità del decorso è maggiore rispetto al MODY 2, con peggiore risposta alla terapia con antidiabetici orali e più frequente comparsa di complicanze a lungo termine; proprio in relazione ad una maggiore gravità di decorso s’impone in un terzo dei casi la terapia insulinica.
In chi sospettare la presenza di diabete monogenico
Le caratteristiche cliniche che possono suggerire di considerare una diagnosi genetica del diabete sono:
– Bambini con iperglicemia e forte familiarità per diabete di tipo 2.
– Presenza di modesta iperglicemia (100-126 mg/dl) in bambini o adolescenti, anche in assenza di familiarità per diabete nota
– Soggetti giovani (18-30 anni) con diabete non autoimmune e familiarità per diabete di tipo 2.
– Donne con diabete in gravidanza e familiarità per diabete di tipo 2.
L’importanza della diagnostica differenziale tra le varie forme di diabete mellito
La diagnosi differenziale del MODY 2 e MODY 3 rispetto alle altre forme di diabete (sia di tipo 1 insulino-dipendente che di tipo 2) permette un approccio terapeutico e di follow-up delle complicanze personalizzato. Infatti, la mancata possibilità di studiare la causa di diabete determina la possibilità da parte del medico di includere dei soggetti con MODY tra i pazienti con diabete di tipo 1, basando questa diagnosi soprattutto sull’età di insorgenza e sulle modalità di esordio clinico. Nel caso di MODY 3 ad esempio, l’esordio clinico è spesso accompagnata dalla presenza di poliuria, polidipsia e dimagrimento (un quadro largamente sovrapponibile all’esordio del diabete di tipo 1). Ne deriva che una diagnosi errata porterà ad adottare terapie (Insulina) non necessarie ed inadeguate.
Numeri utili
Chiunque sia interessato o desideri informazioni può scrivere all’indirizzo e-mail:modysardinia@gmail.com o al Fax 070-51096214, e verrà ricontattato immediatamente.
da AOU Cagliari