Omega 3: come proteggono dal diabete
Nel diabete di tipo 1 non è ancora chiaro che cosa inneschi il processo autoimmune di distruzione delle beta-cellule pancreatiche che producono l’insulina. Il principale omega-3 nelle diete occidentali è l’acido alfa-linolenico, che abbonda in vegetali a foglia verde, semi oleosi, legumi e può essere precursore dell’EPA e del DHA che si ottengono soprattutto dal pesce; l’omega-6 prevalente nella dieta è l’acido linoleico, presente soprattutto in semi e oli vegetali. Alfa-linolenico e linoleico sono coinvolti nella conversione pro-infiammatoria o anti-infiammatoria degli eicosanoidi, sostanze che regolano appunto l’infiammazione. Gli autori hanno condotto due ricerche separate ma congiunte su 1.770 bambini di età media 6 anni al reclutamento e a rischio di diabete tipo 1 per presenza di uno specifico genotipo o genitori o fratelli con la malattia. Hanno valutato, quindi, l’associazione tra autoimmunità, cioè presenza di IA, e assunzione di polinsaturi dal primo anno d’età. E hanno calcolato gli apporti di omega-3 e omega-6 per tipo e quantità di pesci (anche molluschi e crostacei), oltre che di grassi vegetali o animali per cucinarli; nell’analisi è considerato l’intake di vitamina D come fattore confondente. Gli autori ipotizzano che aumentare l’intake di omega-3 incrementi la loro concentrazione nelle membrane. L’assunzione durante l’infanzia potrebbe diminuire il rischio di sviluppare IA e la supplementazione di DHA in utero o in età infantile può bloccare i precoci eventi infiammatori chiave della patogenesi del diabete 1: questa potrebbe essere quindi una via per la prevenzione.
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Fonte: Jama 2007;298:1420-8 27 dicembre 2007
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