Prediabete, meglio camminare che prendere farmaci
“Sul fronte dello stile di vita e dell’attività fisica continuativa i nuovi dati dello studio NAVIGATOR – commenta il Dr. Luigi Temporelli – Divisione di Cardiologia Riabilitativa della Fondazione Salvatore Maugeri, IRCCS, Istituto Scientifico – hanno dimostrato per la prima volta in modo scientifico che attività fisica, continuativa, oggettivamente misurata, e stile di vita hanno un effetto più potente dei farmaci nella riduzione significativa di diabete ed eventi cardiovascolari quali infarto miocardico non fatale, ictus non fatale, ospedalizzazione per insufficienza cardiaca, rivascolarizzazione arteriosa, o ospedalizzazione per angina instabile, in pazienti con intolleranza glucidica e/o documentata patologia cardiovascolare o almeno un fattore di rischio cardiovascolare.”
L’annuncio ci arriva dalla XXII° edizione del Congresso “Conoscere e Curare il Cuore”, anche quest’anno organizzato dal Centro Lotta contro l’Infarto – Fondazione Onlus a Firenze dal 6 all’8 marzo.
Il trial NAVIGATOR ha offerto per la prima volta un’occasione unica per indagare se il cambiamento nell’attività fisica motoria valutata oggettivamente è associato ad un minor rischio di un evento cardiovascolare indipendentemente dalla allocazione alla terapia randomizzata (nateglinide o valsartan), da altri fattori parte degli stile di vita, o dall’indice di massa corporea.
Lo studio NAVIGATOR (Nateglinide e Valsartan in Impaired Glucose Tolerance Outcomes Research) ha arruolato 9306 soggetti provenienti da 40 differenti paesi in America del Nord, America del Sud, Asia ed Europa (Austria, Svizzera, Grecia, Spagna, Finlandia). Questo studio ha esaminato gli effetti del farmaco approvato per il diabete nateglinide, (una sulfonilurea-simile relativamente debole e ad azione rapida) ed il bloccante del recettore dell’angiotensina, valsartan, sullo sviluppo di diabete e malattie cardiovascolari in una popolazione ad alto rischio.
Lo studio NAVIGATOR ha seguito gli oltre 9000 partecipanti in media per 6 anni e ha valutato la loro attività motoria con pedometro in basale e a 12 mesi di distanza. I risultati di questa analisi dimostrano che una relativamente modesta attività motoria basale (a partire da 2000 passi al giorno) e le sue variazioni in aumento nel corso di 1 anno sono in grado di ridurre del 10% la probabilità di sviluppare un evento cardiovascolare (morte per cause cardiovascolari, infarto miocardico non fatale e ictus non fatale).
Per la prima volta si dimostra scientificamente che l’attività fisica, valutata oggettivamente, riduce significativamente la comparsa di eventi cardiovascolari (infarto miocardico non fatale, ictus non fatale, ospedalizzazione per insufficienza cardiaca, rivascolarizzazione arteriosa, o ospedalizzazione per angina instabile) in pazienti con intolleranza glucidica e o documentata patologia cardiovascolare o almeno 1 fattore di rischio cardiovascolare.
Il razionale per lo studio di nateglinide è che la classe di farmaci di cui fa parte ha dimostrato di ridurre la glicemia postprandiale, un obiettivo importante del trattamento dal momento che l’aumento di glucosio postprandiale è la via più comune per lo sviluppo di diabete. Inoltre, l’iperglicemia postprandiale (o iperglicemia dopo un test di tolleranza di glucosio orale) ha dimostrato di essere più strettamente associata al rischio di malattie cardiovascolari rispetto ai livelli di glucosio a digiuno.
La logica alla base della scelta di valsartan per inibire l’asse renina-angiotensina, asse ormonale che rappresenta il principale regolatore dell’escrezione renale di sale e acqua, è meno chiara. Analisi secondarie di studi clinici hanno suggerito che inibitori dell’enzima di conversione dell’angiotensina (ACE) e bloccanti del recettore dell’angiotensina (ARB) sono associati ad una ridotta incidenza di diabete.
Per quanto concerne i farmaci studiati, i risultati dello studio NAVIGATOR sono stati ampiamente negativi. Nessuno dei due farmaci (né la combinazione, tenendo presente che un quarto della coorte in studio ha assunto entrambi i farmaci) ha ridotto lo sviluppo di diabete, morte per cause cardiovascolari, infarto miocardico non fatale, ictus non fatale, ospedalizzazione per insufficienza cardiaca, rivascolarizzazione arteriosa, o ospedalizzazione per angina instabile.
L’unico risultato positivo era una riduzione debole, seppur statisticamente significativa, di incidenza del diabete con valsartan: riduzione relativa del 14% e riduzione assoluta di 3,7 punti percentuali rispetto al placebo, nel corso di un follow-up medio di 5 anni.
Studi osservazionali hanno costantemente dimostrato che più alti livelli di attività fisica o di fitness cardiorespiratorio sono associati ad un minor rischio di morbilità e mortalità cardiovascolare anche in soggetti diabetici. Tuttavia, questa evidenza è stata inficiata da diversi fattori. L’attività fisica è stata solitamente valutata con questionari auto-somministrati, che sono noti per avere una modesta validità soprattutto per valutare i livelli di attività fisica abituale o totali.
Il trial NAVIGATOR ha offerto per la prima volta una occasione unica per indagare se il cambiamento nell’attività fisica motoria valutata oggettivamente è associato ad un minor rischio di un evento cardiovascolare indipendentemente dalla allocazione alla terapia randomizzata (nateglinide o valsartan), da altri fattori parte degli stile di vita, o dall’indice di massa corporea.
I risultati di questa analisi dimostrano che una relativamente modesta attività motoria basale (a partire da 2000 passi al giorno) e le sue variazioni in aumento nel corso di 1 anno sono in grado di ridurre del 10% la probabilità di sviluppare un evento cardiovascolare (morte per cause cardiovascolari, infarto miocardico non fatale e ictus non fatale).
L’analisi sulla popolazione dello studio NAVIGATOR fornisce un concreto supporto scientifico alla teoria che un sano stile di vita, fisicamente attivo, è utile nel ridurre l’insorgenza di malattie cardiovascolari anche in soggetti con intolleranza glucidica ed ad elevato rischio di eventi.
Dr Thomas Yates, Steven M Haffner, Phillip J Schulte, et al. Association between change in daily ambulatory activity and cardiovascular events in people with impaired glucose tolerance (NAVIGATOR trial): a cohort analysis DOI: http://dx.doi.org/10.1016/S0140-6736(13)62061-9
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