Presto anche in Italia il nuovo farmaco contro il diabete di tipo 2 contenente due principi attivi finora assumibili solo con due farmaci differenti
Nel luglio 2008 l’Agenzia Europea del Farmaco (Emea) ha approvato il nuovo farmaco contro il diabete di tipo 2 contenente due principi attivi finora assumibili solo con due farmaci differenti: si tratta di Sitagliptin/Metformina. Nel corso del 44° congresso della Associazione europea di Diabetolgoia (EASD) in corso in questi giorni a Roma è stato annunciato l’arrivo del farmaco anche in Italia, previsto per i primi mesi del 2009 . L’approvazione dell’associazione Sitagliptin/Metformina segue la recente inclusione da parte dell’Emea degli inibitori della DPP-a quale sitagliptin, nella lista dei farmaci di notevole rilevanza per la salute pubblica. “Il meccanismo d’azione dell’associazione Sitagliptin/Metformina – ha affermato nel corso del Congresso dell’EASD il prof. Gabriele Perriello – Responsabile del Centro di Nutrizione Clinica del Dipartimento di Medicina Interna dell’Univeristà di Perugia – è specificamente mirato ad agire su tre difetti tipici del diabete di tipo 2, ossia il deficit di produzione dell’insulina da parte delle cellule beta, la resistenza all’insulina e l’eccesso di produzione di glucosio da parte del fegato. Il principio attivo Sitagliptin contenuto nell’associazione agisce su due dei tre difetti chiave del diabete e proprio attraverso l’inibizione del DPP-4 aumenta i livelli di incretine attive; queste producono un aumento nella sintesi e nel rilascio di insulina da parte delle cellule beta del pancreas e contemporaneamente riducono la secrezione di glucagone da parte delle cellule alfa pancreatiche portando, quindi, ad una riduzione della sintesi epatica di glucosio. La metformina agisce sul 3° difetto chiave e precisamente sulla resistenza all’insulina aumentandone la captazione e quindi il consumo del glucosio. La metformina riduce anche la produzione epatica di glucosio con un’azione complementare a quella del sitagliptin”. I dati provenienti da nuove analisi, presentate nel corso del Congresso, hanno quindi evidenziato che la terapia con questo farmaco determina notevoli miglioramenti nei livelli di glicemia (secondo l’indicatore dell’HbA1c) nel corso di due anni di trattamento e che la terapia è generalmente ben tollerata.
|
9 settembre 2008 |