Prevenzione delle fratture nelle donne diabetiche
Il Dr. Janghorbani e i suoi colleghi, operanti presso la Harvard University di Boston, USA, in un articolo pubblicato sul numero di luglio della rivista Diabetes Care, dopo 22 anni di osservazioni condotte sulle donne diabetiche di tipo 1 e 2, hanno rilevato un aumento statisticamente significativo del rischio di fratture dell’anca, che impone quindi il ricorso a misure preventive in questa popolazione. “Il maggior rischio di fratture non è mai stato considerato una conseguenza diretta del diabete mellito”, afferma il Dr. Mohsen Janghorbani della Isfahan University of Medical Sciences, Iran, in un messaggio di posta elettronica inviato a Reuters Health. Secondo il ricercatore: “Questo studio, tuttavia, come altri basati sull’osservazione, ha dimostrato che le diabetiche di tipo 1 e 2 sono più a rischio di cadute e di fratture dell’anca, nonostante il maggior peso, rispetto ai soggetti di controllo non diabetici. I risultati sono basati sui dati di 109.983 donne aventi, nel 1980, un’età compresa fra i 34 e i 59 anni, seguite fino al 2002. Nell’ambito dello studio Nurses Health Study, alle pazienti sono state richieste informazioni di anamnesi e relative alle terapie seguite per la cura del diabete, oltre che su eventuali altri fattori di rischio per la frattura dell’anca. Durante lo studio, 1398 donne (l’1,2%) hanno subito fratture dell’anca, riferiscono il Dr. Janghorbani e colleghi, operanti presso la Harvard University di Boston, USA, nel loro articolo pubblicato sul numero di luglio della rivista Diabetes Care. Gli studiosi comunicano che, considerando anche gli effetti dell’età, il rischio di fratture è risultato sette volte più alto nelle diabetiche di tipo 1 e quasi doppio nelle diabetiche di tipo 2, rispetto alle non diabetiche. Ottimizzando ulteriormente i dati in base a fattori quali peso, fumo, attività fisica, stato di menopausa, utilizzo di ormoni dopo la menopausa e apporto giornaliero di calcio, vitamina D e proteine, il rischio di fratture dell’anca è risultato essere oltre sei volte più elevato nelle donne affette da diabete di tipo 1 e oltre due volte più elevato nelle pazienti con diabete di tipo 2. I meccanismi responsabili di questi effetti negativi sul rischio di fratture nelle diabetiche non sono ancora stati interamente svelati. Si assisteva inoltre ad una intensificazione del rischio di fratture dell’anca in caso di ricorso all’insulinoterapia. Ciò può essere indice di un decorso più grave della malattia, sottolinea il team, piuttosto che un fattore che incide direttamente sulle fratture dell’anca, d’altra parte, l’insulina potrebbe avere ripercussioni negative sulle ossa. I ricercatori aggiungono che l’influenza dell’insulina sul rischio di fratture non è ancora stata chiarita e sono necessari altri studi. Il Dr. Janghorbani conclude affermando che, da un punto di vista generale, “i risultati di questo studio mettono in evidenza la necessità di adottare strategie di prevenzione delle cadute e delle fratture nelle pazienti diabetiche”.
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Diabetes Care, luglio 2006 9 luglio 2006
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