Prevenzione in oncologia: un aiuto da dieta più sana e stile di vita attivo
Il progressivo invecchiamento della popolazione e il concomitante allungamento della vita media, registrato in questi ultimi anni nei Paesi occidentali, hanno portato a un costante incremento dei nuovi casi di tumore, compresi quelli del sistema emolinfopoietico.
Secondo le stime dell’Associazione italiana dei registri tumori (AIRTUM) nel 20141, in Italia, sono stati diagnosticati quasi 366.000 nuovi casi di tumore maligno (approssimativamente 1.000 al giorno), di cui circa 196.000 (54%) negli uomini e circa 169.000 (46%) nelle donne. Relativamente meno frequenti in rapporto alla maggiore incidenza dei tumori solidi, le patologie oncoematologiche nel loro complesso arrivano a rappresentare circa il 10% di tutti i tumori, facendo registrare, nel nostro Paese, 40.000 nuove diagnosi ogni anno.
A Milano in occasione di Expo in città 2015, nel corso di un evento supportato da Celgene, ne hanno discusso i massimi esperti italiani illustrando come le migliori conoscenze biologiche e lo sviluppo di terapie innovative stiano costantemente e progressivamente migliorando la prognosi delle neoplasie ematologiche. E la qualità di vita può essere ulteriormente migliorata attraverso alimentazione e la prevenzione.
“I tumori ematologici – ha sottolineato Milena Sant – Direttore di Struttura Complessa Epidemiologia Analitica e Impatto Sanitario dell’Istituto Nazionale dei Tumori – comprendono un vasto spettro di neoplasie a diversa frequenza, eziologia e prognosi. Essi sono neoplasie che rappresentano meno del 10% di tutti i tumori maligni, di cui i linfomi non Hodgkin (LNH) sono i più frequenti: in Europa l’incidenza media di tutti i LNH è attorno a 30 casi ogni 100.000 abitanti, quella delle leucemie mieloidi complessivamente considerate si attorno a 10. In Italia, secondo gli ultimi dati AIRTUM relativi al periodo 1998-2002, l’incidenza media dei LNH è circa 23/100.000 negli uomini e 20/100.000 nelle donne. L’incidenza del mieloma multiplo è inferiore a 10 per 100.000 abitanti, di poco superiore negli uomini, rispetto alle donne”.
Inoltre gli esami più sofisticati messi a disposizione dall’avanzare della tecnologia e le terapie innovative con farmaci sempre più efficaci, fanno sì che i pazienti possano beneficiare oggi di una migliore qualità di vita.
“Sebbene relativamente poco frequenti – ha continuato la dottoressa Sant – i tumori ematologici rivestono particolare importanza perché sono fra le neoplasie per le quali si sono verificati i più importanti sviluppi nella ricerca oncologica, che ha condotto alla conoscenza dei meccanismi biologici alla base della crescita cellulare neoplastica e allo sviluppo di trattamenti efficaci”.
La qualità di vita può essere ulteriormente migliorata attraverso un regime dietetico adeguato ed equilibrato che svolge un ruolo preventivo nei confronti di determinate condizioni patologiche. Una
sana alimentazione associata a uno stile di vita attivo è uno strumento valido per la prevenzione, la gestione e il trattamento di molte malattie.
Una dieta sana e varia, ricca di frutta e verdure, di cereali integrali e legumi e povera di carne rossa, in particolare salumi e insaccati, è in grado non solo di prevenire l’insorgenza di cancro ma anche di contribuire a tenere sotto controllo la crescita tumorale in diversi stadi della malattia. È inoltre riconosciuto che uno stile alimentare di questo tipo può fornire all’organismo vitamine,sali minerali e altri composti benefici per difenderlo dal cancro e da altre patologie croniche.
Negli ultimi anni è stato confermato che il controllo del peso corporeo ha un ruolo cruciale per le persone che hanno vissuto una storia di cancro. Sembra che mantenere il peso nella norma (nella scala dell’IMC tra 18.5 e 24.9) sia in grado di stabilizzare l’assetto metabolico dell’organismo e scoraggiare la crescita tumorale. Allo stesso tempo, una situazione di sovrappeso o obesità causa una serie di stress all’organismo che, in alcuni casi, sembra favorire la crescita del cancro.
Del resto che l’obesità sia nemica della salute è circostanza nota. Accumulare tessuto adiposo, soprattutto a livello viscerale o addominale, non costituisce un problema di natura meramente estetica, ma rappresenta un grave rischio per la salute sotto molteplici profili. Infatti, oltre a determinare condizioni patologiche quali la resistenza all’insulina, il diabete e le malattie cardiovascolari, l’obesità è anche un fattore predisponente all’insorgenza del cancro.
L’esistenza di un nesso causale tra obesità e cancro è supportata da numerosi studi internazionali e, come ha sottolineato Pier Giuseppe Pelicci – Direttore della Ricerca dell’Istituto Europeo di Oncologia: “Dati epidemiologici e clinici dimostrano in maniera definitiva che l’obesità aumenta l’incidenza e peggiora la prognosi dei tumori. Un recente studio pubblicato su Lancet condotto su oltre 5 milioni di persone, ha dimostrato che un elevato Indice di Massa Corporea aumenta in modo significativo il rischio di sviluppare molti dei tumori più comuni. Ventidue diversi tipi sono quelli implicati, compresi i tumori del seno, dell’ovaio, del fegato e le leucemie. L’obesità inoltre peggiora la prognosi del tumore”.
da PHARMASTAR