“Piede diabetico”, un’emergenza da affrontare
Allarmanti dati messi in evidenza al congresso nazionale PANORAMA DIABETE in corso a Riccione, organizzato da SID-Società Italiana di Diabetologia – “ E’ in assoluto tra le complicanze che comportano il maggior numero di ricoveri ospedalieri e rappresenta quella per cui i costi, in termini di qualità della vita e di assorbimento di risorse, risultano maggiori – ha detto Carlo Caravaggi, Coordinatore del Gruppo intersocietario Piede Diabetico di SID (Società Italiana di Diabetologia) e AMD (Associazione Medici Diabetologi) al congresso “Panorama Diabete” in svolgimento a Riccione. Il piede è una delle parti del corpo più esposta quotidianamente a colpi e sofferenze di ogni genere. Nei diabetici, col tempo, questi danni ripetuti possono portare a ferite che si cicatrizzano lentamente e a vere e proprie ulcere che possono ulteriormente evolvere in lesioni più gravi sino all’amputazione. Alla base ci sono due motivi. Il primo è un ridotto flusso di sangue negli arti inferiori (soprattutto dal ginocchio al piede), causato dal restringimento delle arterie, uno degli effetti più comuni del diabete. Il secondo è la progressiva distruzione dei nervi che arrivano al piede, sempre causata dalla malattia, che provoca una riduzione della sensibilità (anche di quella al dolore) e della capacità di movimento, e che facilita, a sua volta, la comparsa delle lesioni. Se si pensa alle previsioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità che ha stimato in oltre 350 milioni il numero di diabetici nel 2025 rispetto ai 120 milioni calcolati nel 1996 si può facilmente immaginare quale dimensione assuma questo problema. Infatti, il 25% delle persone con diabete – 3 milioni i diabetici in Italia, oggi, 4 italiani su 100, ma con una previsione di diventare 1 su 10 entro 20 anni – va incontro nella vita a un’ulcera del piede che richiederà cure mediche. Oltre il 50% delle ulcere si complica per infezione, con necessità di ricovero ospedaliero e in 1 caso su 5 di amputazione. Si stima che l’80% delle amputazioni non causate da traumi sia di origine diabetica. “Già di per sé, queste cifre, per lo più sconosciute ai non addetti ai lavori sono drammatiche – ha sottolineato Roberto Antichini, Direttore del Servizio Piede Diabetico dell’Ospedale di Pistoia – e non abbiamo ancora ricordato che la metà delle persone che subisce l’amputazione di una gamba, perde anche l’altra entro un anno e che, tra tutte le malattie tumorali, solo il cancro del polmone ha un tasso di sopravvivenza a 5 anni peggiore di chi subisce un’amputazione per il diabete: purtroppo, infatti, 1 su 2 non supera il quinto anno di vita dopo l’intervento. Ogni anno in Italia subiscono un’amputazione per il diabete 6 persone ogni 100.000: in pratica più di 3.000 amputati l’anno – ha proseguito Antichini, e va messo in evidenza come il piede diabetico assorba un’elevatissima quota di risorse del sistema sanitario: “il 20% della spesa annuale per una persona con diabete è imputabile a questa complicanza. E’ stato calcolato che mediamente in Europa un’ulcera diabetica correttamente curata e guarita costa in 3 anni tra i 10mila e i 15mila euro e un’amputazione tra i 25mila e i 40mila euro, per soli costi medici diretti, senza calcolare l’impatto sulla qualità della vita”. “Nel nostro paese esiste già oggi una rete di oltre 350 centri di diabetologia in cui operano in maniera integrata diabetologi, podologi e tutti i professionisti necessari alla miglior gestione della malattia. “E’ dimostrato – ha affermato il prof. Caravaggi – che la gestione multidisciplinare tra centrospecialistico, medico di medicina generale e servizi territoriali riduce sia le amputazioni sia la mortalità legata a questa complicanza. Ciò che ancora manca è un progetto nazionale di assistenza al piede diabetico, per il quale da tempo stiamo sensibilizzando le Autorità”.
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8 ottobre 2007 |