Quando il diabete viene rifiutato.
La malattia e’ un’esperienza quasi ineluttabile nella vita di ogni persona, tuttavia con ripercussioni individuali differenti in relazione a vari fattori: il tipo di malattia, la fenomenologia, la prognosi, la fase della vita in cui si verifica e il tipo di terapia richiesta. L’adolescenza, in particolare, rappresenta un passaggio molto delicato e impegnativo della vita di un individio in cui una patologia cronica, quale il diabete, puo’ rappresentare un vissuto in piu’, un banco di prova, un impegno particolare per una personalita’ che sta fiorendo e che vuole rivolgersi tutta all’esterno per conoscere e capire, fare esperienza, sperimentare la liberta’, le scelte. Ecco, dunque, come l’adolescente diabetico puo’ mostrare segni di difficolta’ emotiva nei confronti della malattia. E come un boomerang, tale situazione puo’ avere un grande impatto non solo in maniera diretta sull’andamento e sul controllo del diabete, ma, indirettamente, anche sull’intero nucleo familiare in cui l’adolescente e’ inserito. La comunicazione diventa in questo senso la vera chiave di volta. Il saper comunicare con l’adolescente, mettendosi sullo stesso piano, in un rapporto assolutamente paritario, senza giudicare, e’ il primum movens per cercare di riacquistare la sua attenzione e fiducia. Non possiamo pensare di abbattere velocemente quel muro impenetrabile, ma il segreto sta nel creare un varco, anche se piccolissimo. E da questo varco, iniziare a lavorare insieme, tutti insieme, ciascuno col proprio ruolo, ma per un unico fino. Ascoltare, motivare, sostenere, responsabilizzare in modo graduale e concorde, in una visione ottimista delle cose: non sono propositi utopistici bensi’ devono rappresentare il filo conduttore della vita professionale e umana del team, affinche’ il nostro adolescente sappia riscoprire anche l’altra vera faccia del diabete, amica e non nemica.
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Dr Matteo Viscardi Istituto San Raffaele da Diabete Giovani n. 21, Anno IV
27 maggio 2006 |