Riace: non solo statue di bronzo, ma ricerca di eccellenza in diabetologia
Anche al congresso EASD di Barcellona, rappresentata dal dottor Giuseppe Penno e dalla dottoressa Anna Solini, entrambi dell’Università di Pisa e che presenteranno a nome di molti colleghi, la SID sarà presente con due comunicazioni orali riguardante risultati dello studio RIACE. Un nome che evoca i bronzi ritrovati 40 anni fa al largo della Calabria ma che è anche l’acronimo di un grande studio multicentrico della SID (Renal Insufficiency and Cardiovascular Events). E’ uno studio che, come NIRAD, GENFIEV e MINDIT, gli altri grandi studi condotti dalla SID negli ultimi dieci anni, incarna la ricerca di eccellenza condotta della società. In questo caso all’EASD Giuseppe Penno presenterà dati riguardanti l’associazione fra i trigliceridi plasmatici e l’insufficienza renale cronica e quindi il ruolo della dislipidemia aterogena in questa temibile complicanza del diabete. Anna Solini riferirà invece che il 15% dei diabetici tipo 2 richiedono 3 o più farmaci per controllare (e a volte senza successo) l’ipertensione e che questa condizione (ipertensione resistente) si associa ad alterazioni della funzione renale e a retinopatia. “Lo studio RIACE – commenta il professor Enzo Bonora, presidente eletto della SID e membro dello Steering Committee di RIACE – è basato sulla valutazione dapprima trasversale e proprio in questo periodo longitudinale di 15 mila diabetici tipo 2, ben caratterizzati per una lunga serie di variabili cliniche, nei quali sono state valutate in dettaglio e con approccio standardizzato le complicanze croniche della malattia. Lo studio, coordinato dal professor Giuseppe Pugliese di Roma, ha già prodotto una dozzina di pubblicazioni di elevato impatto e che costituiscono un benchmark nella comprensione delle complicanze croniche del diabete in Italia in quanto si tratta di una casistica con dati completi e senza lacune”. I dati, ancora una volta testimoniano il fatto che la rete diabetologica italiana, nata all’inizio degli anni settanta e fortemente ampliata e sviluppata negli anni ottanta e novanta, ha portato a conseguire in Italia risultati sulle complicanze del diabete migliori rispetto a quelli ottenuti in altre realtà europee e nord-americane. “Nei diabetici italiani – sottolinea il professor Bonora – retinopatia, nefropatia, neuropatia, piede diabetico, malattie cardiovascolari nei diabetici, pur se presenti, lo sono con prevalenza ed incidenza inferiori a quella di altri paesi simili al nostro. Questo non deve però indurre ad abbassare la guardia perché le complicanze sono comunque presenti, spesso già dal momento della diagnosi della malattia (che ancora avviene con anni di ritardo), e sono talora invalidanti (cecità, dialisi, amputazione, infarto, ictus) o fatali. Inoltre, le complicanze croniche, come dimostrato dall’analisi dei dati amministrativi nell’ambito di ARNO Diabete, per inciso un’altra grande iniziativa della SID, rappresentano il 95% della spesa attribuibile al diabete”. I risultati delle varie pubblicazioni dello studio RIACE documentano che nei diabetici italiani (età media 67 anni, durata media di malattia 10 anni) il 23% ha avuto un evento cardiovascolare maggiore (infarto, ictus, intervento di rivascolarizzazione, ulcera al piede, amputazione), il 22% ha una retinopatia (che nella metà dei casi è avanzata), il 27% ha una albuminuria (in un quinto dei casi conclamata), il 19% ha una insufficienza renale moderata-severa (filtrato glomerulare <60 ml/min). “E’ interessante notare – conclude il professor Bonora – che solo una piccola parte dei diabetici non ha nessuna di queste complicanze e che molti ne hanno più di una. Inoltre i diabetici hanno spesso altre malattie che vanno considerate ulteriori complicanze del diabete, in quanto nel diabetico compaiono più spesso che nel soggetto senza la malattia, come dimostrato da ARNO Diabete”. “Lo studio RIACE è un’ulteriore prova della vivacità culturale dei diabetologi italiani e dello sforzo che la Società Italiana di Diabetologia – commenta il professor Stefano Del Prato, presidente della SID – continua a operare per sostenere la ricerca in questo settore così critico e importante. La presentazione di questi risultati al Congresso Annuale EASD fa da corollario alla presentazione di altri lavori condotti da membri della nostra Società, riconfermandone la posizione di preminenza bella ribalta scientifica internazionale”.
OP 222: Resistant hypertension: clinical correlates and association with complications in subjects with type 2 diabetes
OP 225: Association of hypertriglyceridemia with complications in subjects with type 2 diabetes
Ufficio stampa SID